Dai giovani la riscoperta del lavoro in agricoltura

Dai giovani la riscoperta del lavoro in agricoltura

INCHIESTA Pochi mesi fa Coldiretti ha pubblicato uno studio relativo all’aumento dei giovani impegnati nel settore agricolo, di cui si è occupata anche Gazzetta. Abbiamo voluto approfondire la situazione sul nostro territorio col presidente di Coldiretti Cuneo Tino Arosio.

Quanti sono i giovani agricoltori in provincia?

«La Granda è la provincia green per eccellenza: con oltre ventimila aziende, il settore agricolo è il primo per numero di imprese iscritte alla Camera di commercio, con un valore di poco inferiore al 30%, risultato che vale anche per il numero di aziende in rosa (35,3%) e per i giovani impegnati in agricoltura (21,6%). Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un processo di rinnovamento di vitale importanza per le aziende, con un numero consistente di giovani che entrano nel mondo agricolo, sia subentrando nelle attività di famiglia, sia creando nuove imprese. Al 31 dicembre 2017 risultavano registrate 1.384 aziende agricole di giovani imprenditori in provincia di Cuneo. Per quanto riguarda la distribuzione delle imprese, l’agricoltura precede tutti gli altri settori».

È un caso particolare?

«Quanto accade nel nostro territorio rispecchia il dato nazionale. L’Italia con oltre 55mila imprese agricole condotte da under 35 è al vertice in Europa per numero di giovani impiegati nel settore. La crescita viene confermata anche dall’aumento degli studenti di agraria, alle superiori come all’università. Di fronte a scenari economici e produttivi che non riescono ad assicurare un futuro stabile, i giovani scelgono sempre di più un futuro legato alla terra. Il ricambio generazionale va potenziato ulteriormente, accompagnandolo col Piano di sviluppo rurale che è fondamentale nel creare le opportunità e dare spazio all’insediamento di nuove imprese».

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Quali sono le caratteristiche principali di questo ritorno all’agricoltura?

«Il ritorno al lavoro nelle campagne è favorito anche dalla diffusione delle nuove tecnologie, perché, secondo le nostre rilevazioni, i giovani usano quotidianamente il Web, uno su quattro è laureato, mentre otto su dieci sono abituati a viaggiare e andare all’estero, una peculiarità che li aiuta a inserirsi in nuovi mercati e a valorizzare i propri prodotti in giro per il mondo».

Quali sono le attività principali?

«Oltre a quelle più tradizionali, legate alle aziende di famiglia, come l’allevamento, la frutticoltura e la viticoltura, le imprese giovani si dedicano alla riscoperta di grani antichi, alle attività di educazione alimentare e ambientale con le scuole, alle fattorie e agli orti didattici, fino ai percorsi di pet therapy. Sono tante le sfaccettature che vedono i giovani sempre più protagonisti dell’agricoltura, con una sensibilità e un’attenzione spiccata all’ambiente e al sociale. Coldiretti è al loro fianco e, grazie alle iniziative di Campagna amica, con gli eventi e i mercati a chilometro zero, porta le loro produzioni a un vasto pubblico e permette un dialogo diretto con il consumatore».

Adriana Riccomagno

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