Dalla fondazione Crc 200mila euro per aiutare la rinascita del Mermet

Si farà una fondazione per acquisire lo sferisterio Mermet

ALBA Duecentomila euro in tre anni dalla fondazione Crc che si aggiungono ai 200mila già deliberati dal Comune di Alba, per la fondazione Sferisterio Mermet di Alba. Vengono poste così le basi per la futura acquisizione del “Maracanà delle Langhe” e il conseguente restauro non solo in chiave sportiva, ma anche culturale e turistica. La donazione è arrivata venerdì 20 luglio, ad appena tre settimane dall’incontro voluto dal sindaco albese Maurizio Marello tra gli esponenti della fondazione Mermet – ovvero il presidente Franco Drocco e il consigliere Nando Vioglio – e i presidenti della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo, della fondazione Crc Giandomenico Genta e della fondazione Cassa di risparmio di Torino Giovanni Quaglia. Nell’occasione le tre istituzioni bancarie si erano impegnate a favorire e finanziare il restauro dello sferisterio.

«La Crc è stata la prima a muoversi, ma sono sicuro che anche Crt e Compagnia di San Paolo non saranno da meno», spiega il presidente Genta che aggiunge: «La pallapugno è uno sport che rappresenta la storia della provincia di Cuneo. Aiutare concretamente il recupero e il restauro del Mermet era una priorità, tanto che ho partecipato personalmente agli incontri proposti dalla fondazione per lo sferisterio albese».

Genta precisa: «Il Mermet è in primis un impianto per lo sport, ma non possiamo dimenticare il suo notevole valore storico e culturale per uno sport che si gioca esclusivamente nel basso Piemonte e in Liguria».

Conclude il sindaco di Alba Maurizio Marello: «Ringrazio il presidente Genta e tutto il Cda della fondazione cuneese. Senza la massima condivisione in seno al consiglio di amministrazione sarebbe stato impossibile arrivare in tre settimane a ottenere questo importante contributo».

Marcello Pasquero

Con la ristrutturazione museo e bar rinnovato

Su alcune guide turistiche di Valencia, accanto ai monumenti storici e alle architetture di Santiago Calatrava, viene anche indicato il Trinquete Pelayo, che per gli appassionati di pelota è come il Mermet per un tifoso di balon: il campo da gioco più antico, nobile e famoso. Il Mermet è stato realizzato tra il 1854 e il 1857, mentre il Pelayo è del 1869.

Nelle intenzioni di fondazione e Comune, lo sferisterio albese potrebbe diventare un’offerta in più per i numerosi turisti che scelgono la nostra zona tra la primavera e l’autunno, periodo che coincide con la stagione pallonistica. Tra le idee della fondazione, accanto agli indispensabili interventi strutturali per adeguare il campo alle norme sull’impiantistica sportiva (il Mermet ha 161 anni e li dimostra quasi tutti), c’è anche la realizzazione di spazi museali dedicati alla storia della pallapugno e la riapertura del bar, chiuso ormai da alcuni anni.

Tutti progetti ambiziosi, che richiedono una cospicua copertura finanziaria (ma le premesse, come scrive Marcello Pasquero nell’articolo sopra, sembrano incoraggianti, nda) e, soprattutto, la disponibilità dell’impianto, che a tutt’oggi è di proprietà privata, anche se la trattativa per l’acquisto da parte della fondazione sembra giunta a buon punto.

Lo sferisterio Mermet è uno dei più antichi impianti sportivi d’Italia e d’Europa. Nel nostro Paese lo superano in anzianità soltanto lo sferisterio di Faenza (1777), oggi utilizzato saltuariamente per il bracciale e il tamburello, e l’Arena di Milano, realizzata all’inizio dell’800. Esistono in Italia altri impianti più antichi del Mermet, ma non sono più usati per l’attività sportiva. Il più celebre è lo sferisterio di Macerata (1829), caro a Leopardi, oggi trasformato in un’importante arena per la lirica. Nell’800 esistevano campi da gioco per il pallone col bracciale in molte città dell’Italia centrale, come Roma, Bologna e Perugia. L’unico sopravvissuto è quello delle Cascine, a Firenze, risalente al 1895.

Corrado Olocco

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