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Pizzarotti: Parma e Alba, esempio di collaborazione

Pizzarotti: Parma e Alba, esempio di collaborazione

POLITICA Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, e Alessio Pascucci, primo cittadino di Cerveteri, fondatori di Italia in Comune – il partito che propone di riunire le liste civiche italiane, lontano dalla divisione tra destra e sinistra –, hanno presentato il loro progetto ad Alba. L’incontro, organizzato dalle liste civiche Monviso in movimento e Impegno per Alba – con in prima linea il segretario Olindo Cervella – è stato preceduto da un’intervista con il sindaco Maurizio Marello a Radio Alba, nel programma Dieghito time condotto da Diego Adriano.

Dai microfoni dell’emittente il primo cittadino di Parma ha invitato le tre città candidate a ospitare le Olimpiadi invernali del 2026 (Torino, Milano e Cortina) a seguire l’esempio di Alba e Parma: «Quando nel 2015 Parma venne riconosciuta città creativa Unesco per la gastronomia, a scapito proprio di Alba, invece di litigare o dividersi, le due realtà si sono avvicinate con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento Unesco anche per Alba, nel 2017. Oggi queste sono le uniche due città creative per la gastronomia Unesco in Italia ed è nato un forte rapporto di amicizia».

Nel convegno in sala Riolfo i sindaci di Parma e Cerveteri sono stati intervistati dal presidente di Apice Franco Chittolina e dal giornalista Giampaolo Testa. I due primi cittadini hanno ricordato come, nell’ultima tornata amministrativa, Italia in Comune abbia eletto 7 sindaci sui 9 candidati. Lo sguardo ora va alle comunali e alle regionali 2019.

Alle elezioni guarda anche la lista Impegno per Alba. Afferma il segretario Olindo Cervella: «È presto per dire chi sarà il candidato nel 2019. La nostra lista ha comunque espresso due assessori – il sottoscritto e Rosanna Martini – e due consiglieri – Luca Magliano e Giuseppina Borgogno – e vuole continuare a lavorare per Alba seguendo l’invito di Pizzarotti e Pascucci a operare per il bene della città, senza guardare in faccia nessuno, lontano dai populismi e dagli slogan facili».

Marcello Pasquero

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