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Due assaggiatori albesi dell’Onav all’opera in Cina

Due assaggiatori albesi dell'Onav all’opera in Cina

VINO Con quasi 10mila campioni di vino provenienti da tutto il pianeta, il Concours mondial di Bruxelles rappresenta la più importante competizione enologica mondiale. L’organizzazione della rassegna belga ha proposto l’edizione di quest’anno in Cina, portando in Oriente oltre 1.380 vini italiani. Più di trecento giudici internazionali sono stati chiamati a far parte delle commissioni di assaggio e tra questi anche due langaroli: Michele Alessandria, maestro assaggiatore di La Morra, e l’esperto albese Ico Turra, entrambi appartenenti all’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino).

Premiato nel 2015 con l’ambito Benchmark taster – essendo risultato tra i migliori assaggiatori delle ultime tre edizioni del concorso per continuità, affidabilità e competenza –, nella rassegna iridata cinese Turra è stato inserito tra i 32 Top wine judges. Si tratta di un riconoscimento importante a livello internazionale che premia la professionalità dei due tecnici degustatori albesi e assume particolare valore in quanto frutto di un’attenta indagine sulle loro prestazioni compiuta dall’Università belga di Louvain.

La scelta della Cina non è stata casuale. «L’Oriente sta diventando uno dei principali produttori di vino. Con gli attuali 11,5 milioni di ettolitri si attesta al sesto posto nel mondo con un trend di crescita che la porterà sicuramente entro pochi anni al quarto posto, dopo Italia, Francia e Spagna», spiegano Turra e Alessandria.  Questa grande potenzialità la si è potuta constatare durante le visite alle zone viticole, nelle quali i giudici sono stati accompagnati sempre sotto attenta scorta.

Le aziende visitate, guidate da tecnici francesi e cinesi, hanno impressionato per la loro estensione (da 700 a 2mila ettari, tutti di recente impianto) e per l’impatto estetico. Anche i vini locali, perlopiù derivanti dai vitigni Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Chardonnay, sono usciti dignitosamente dal confronto con i più blasonati vini francesi o italiani dimostrando una buona potenzialità qualitativa, nonostante le condizioni climatiche siano talvolta ostili con inverni a -30 gradi per lunghi periodi, cosa che obbliga al sotterramento delle viti dopo la vendemmia e al loro scoprimento in primavera con conseguente grande impiego di manodopera.

Anche il mercato in Cina è in crescita. Il vino è visto come una bevanda salutare, con moderato tasso alcolico. La vendita del vino italiano rappresenta in questo momento solo il 5 per cento del mercato, pur evidenziando un trend in crescita La parte del leone è riservata alla Francia, seguita da Cile e Australia. I vini italiani sono molto considerati per la loro qualità, ma sono ancora poco diffusi, specie nei supermercati.

Gli esperti di mercato cinesi hanno fatto rilevare la necessità di interventi più decisi da parte delle istituzioni italiane a sostegno dei nostri prodotti. Molto attivi sono infatti in questo campo i francesi, i cileni e gli australiani. In mancanza di ciò l’Onav si è data da fare e ha costituito Onav Cina, con sede a Shanghai, una istituzione atta a promuovere i nostri vini presso consumatori e operatori attraverso seminari e corsi. Uno di questi è stato dedicato recentemente al Barolo, riscuotendo un grande successo. Parimenti sono stati formati docenti specializzati in grado di gestire degustazioni in lingua cinese. Con queste premesse potremo presto contare su esperti conoscitori cinesi come divulgatori del vino italiano.

Alessio Bottigliero

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