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Il conflitto fra Stato e Chiesa

La concessione dello Statuto albertino, d’impianto liberale, firmato da re Carlo Alberto il 4 marzo 1848, pubblicato a Torino in italiano e a Chambéry in francese il 5 marzo, modellato sulla Costituzione francese del 1830, aveva fatto del Regno di Sardegna, che comprendeva Piemonte, Liguria, Sardegna, Savoia e contea di Nizza, uno Stato costituzionale.

Si passava all’elezione diretta della Camera dei deputati mediante collegi uninominali, delle amministrazioni locali (Comuni, e Province) anche se ancora con ristrettissimo numero di elettori aventi diritto. Si trattava ancora di uno Stato profondamente confessionale come era nella tradizione religiosissima, sino ad allora, della Casa Savoia.

Si giunse all’unità d’Italia il 26 febbraio 1861: il nuovo Parlamento italiano, riunito a Torino, proclamava Vittorio Emanuele II re d’Italia e designava Roma come futura capitale della nazione unificata.

Il 17 marzo 1861 la Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia pubblicava la legge della proclamazione del Regno d’Italia e che Vittorio Emanuele II ne assumeva per sé e per i suoi successori il titolo di re.

Vittorio Emanuele, trattandosi di nuovo regno, avrebbe dovuto assumere la numerazione di “Primo”, ma preferì mantenere la numerazione savoiarda, anche in segno di continuità.

Il 6 giugno 1861 moriva, poco più che cinquantenne, Camillo Benso conte di Cavour.

Il conflitto con la Chiesa Il nuovo Regno, che vedeva una prevalenza massonica e anticlericale nel nuovo Parlamento, ingaggiò una ferrea lotta per la laicizzazione dello Stato, giusta per certi aspetti, vessatoria per altri. Una breve cronistoria di leggi, circolari e regolamenti, consentirà a ognuno di conoscere le varie tappe di un conflitto che trovò poi soluzione nei Patti Lateranensi dell’11 febbraio del 1929.

31 maggio 1861: circolare ministeriale che sottrae alla giurisdizione della Chiesa i cimiteri.

8 giugno 1862: Pio IX, per rendere più solenne la canonizzazione di 26 missionari giapponesi, martirizzati a Nagasaki nel 1597, invitò a Roma tutti i vescovi del mondo; solo i vescovi italiani si videro negare il passaporto dal Governo italiano e non poterono muoversi dalle loro sedi.

3 agosto 1862: legge sulle Opere Pie che toglieva ogni ingerenza ecclesiastica su di esse.

5 marzo 1863: decreto del guardasigilli Pisanelli che estendeva a tutta Italia che ogni decisione ecclesiastica fosse munita del Regio Exaequatur (approvazione del re, anche la nomina di un parroco).

26 luglio 1863: altro decreto per il regio Placet riguardante decisioni dei vescovi su nomina e benefìci vacanti e disposizioni su beni ecclesiastici.

12 luglio 1864: esteso obbligo del Placet per la nomina di economi spirituali nelle parrocchie vacanti. M16 ottobre 1864: circolare n. 154 del ministro Natoli: l’istruzione scientifica nei Seminari diocesani è sottoposta all’approvazione del dicastero della pubblica istruzione.

8 gennaio 1865: circolare del Ministro di grazia e giustizia che proibiva ai vescovi di pubblicare nelle chiese il Sillabo di Pio IX e la relativa enciclica senza aver ottenuto il R. Exaequatur; il vescovo di Mondovì Tommaso Ghilardi fu condannato a tre mesi e mezzo di carcere.

marzo 1865: viene introdotto il matrimonio civile come unico riconoscimento valido e si affida all’ufficiale di stato civile la registrazione degli atti di nascita e di morte, prima riservata alle parrocchie.

giugno 1866: discussione e approvazione della legge per la soppressione totale di tutti gli ordini religiosi ancora esistenti.

7 luglio 1866: legge che incamerava i beni dei soppressi ordini religiosi e nel dicembre vennero aboliti i cappellani nell’esercito.

20 aprile 1867: Rattazzi, succeduto a Ricasoli, incamera l’intero patrimonio ecclesiastico dei Seminari e li riduce da 288 a 21.

27 maggio 1869: obbligo della leva militare per chierici, preti, vescovi fino a 35 anni.

25 marzo 1876: il governo Depretis-Nicotera, ministro della P.I. Michele Coppino, ha in programma la totale laicizzazione della scuola.

23 giugno 1877: legge Coppino n. 3918 di un solo articolo: “A cominciare dal primo gennaio 1878 l’ufficio di Direttore spirituale nei licei, ginnasi e scuole tecniche è abolito”.

15 luglio 1877: legge Coppino n. 3968. La religione non è più materia di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado.

9 ottobre 1895: regolamento n. 623 del ministro Baccelli: “I Comuni provvederanno all’istruzione religiosa nelle scuole elementari di quegli alunni i cui genitori la chiederanno”.

Questo florilegio di leggi e circolari non vuole scatenare nessuna guerra di religione, è storia, ma serve a spiegare la nascita in Piemonte e ad Alba di tante organizzazioni cattoliche e delle persone che le animarono, come scriveremo nel prossimo numero.

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