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Il Governatore: «La festa per l’unità d’Italia è inutile e dannosa»

La chiesa di San Giuseppe diventa verde di fans del Carroccio per ascoltare la voce del presidente Roberto Cota.

Roberto CotaIl tema del 18 febbraio è la presentazione dell’ultimo libro del Governatore, una specie di diario, collezione di editoriali che ricapitolano l’attività politica del 2010, secondo la prospettiva dell’autore. A moderare l’incontro Claudio Puppione, direttore della rivista Idea; fuori, si distribuiscono volantini contrari all’azione del Governo sabaudo.

Anzitutto la questione sanitaria: la preoccupazione per l’ospedale di Verduno e per l’autonomia dell’Asl Cn2 Alba- Bra viene “bruciata” da Cota con intonazione di stizza: «Se una famiglia ha 2.800 euro di entrate al mese e ne spende 3.500, arriverà un momento in cui dovrà contenere i costi, altrimenti finirà in mezzo a una strada. Ebbene, il mondo della sanità è uguale: fino a ora abbiamo speso molto più delle reali potenzialità. È tempo di tagliare gli sprechi senza ledere la qualità dei servizi». E aggiunge, indignato, il Governatore: «Quando ho scoperto che in Piemonte esistevano cinque apparecchiature per l’emodinamica totalmente inutilizzate, sono diventato una belva».

Poi il riferimento alla questione ospedaliera: «Mettere in rete gli ospedali significa farli interagire e farli funzionare meglio: è ovvio che nell’ospedale di Verduno non potranno essere curate tutte le patologie, ad esempio quelle più particolari, che richiedono interventi iperspecialistici. Per questi ci sarà l’ospedale di Cuneo».

Sul mondo del lavoro, una stoccata all’importazione massiva. Cota: «La Cina si è scoperta non essere un’opportunità, ma un onere, che ha comportato la chiusura di molte imprese. Dobbiamo incentivare le nostre imprese: l’avvento del federalismo potrebbe permettere, ad esempio, l’eliminazione dell’Irap per chi crea nuovi posti di lavoro».

Il Piemonte, specifica Cota, è la Regione con il sistema fiscale «più accogliente d’Italia».

Cota non risparmia colpi alla celebrazione dell’unità nazionale, definendo la festa del 17 marzo come «inutile e dannosa non tanto dal punto di vista ideologico, quanto da quello economico: il sistema è in crisi e sarebbe meglio non bloccare l’iter produttivo per una giornata, senza contare l’onere dei finanziamenti per sostenere i festeggiamenti».

Del Presidente del Consiglio e dei suoi guai giuridici Cota non parla: «Abbiamo di meglio da fare che guardare dal buco della serratura: pensiamo alle riforme». Infine, la provocazione che il sindaco Maurizio Marello ha abbozzato, rivendicando la provincia per l’albese-braidese. Evidente la disapprovazione nella replica di Cota: «Mi fanno ridere quei sindaci che propongono una cosa ma fanno capo a partiti che, a Roma, dicono tutt’altro: nel caso, il Pd vorrebbe abolirle, le province».

Matteo Viberti

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