Un progetto contro la povertà alimentare

«Il nostro progetto per contrastare la povertà, presentato al Ministero del lavoro per le politiche sociale, si è piazzato al sesto posto a livello nazionale», dice soddisfatta Bruna Sibille, sindaco di Bra.

«Questo risultato è il frutto dell’ottimo lavoro svolto dagli uffici comunali e in particolare dal funzionario Fabio Smareglia». Aggiunge l’assessore alle politiche sociali, Giovanni Fogliato: «Si tratta di un risultato che ci ha posto davanti a numerose Amministrazioni di grandi città, evidenziando la capacità progettuale del nostro Comune, così come la possibilità di saper “fare squadra” con tutti gli attori del territorio».

Purtroppo solo ai primi cinque classificati saranno erogati i relativi fondi, ma dal Comune non disperano che il numero di progetti finanziati sia ampliato e i 60 mila euro possano arrivare anche a Bra. «Compatibilmente con le risorse locali che riusciremo a raccogliere, siamo comunque intenzionati a portare avanti una parte delle iniziative previste dal progetto», prosegue l’assessore Fogliato.

Nella sola Bra sono oltre 300 le famiglie che chiedono aiuti alimentari. Il “Sistema integrato per la lotta alla povertà”, elaborato dal Comune di Bra in collaborazione con numerosi soggetti pubblici e privati del territorio, si articola sui territori di cinque Comuni (Bra, Cherasco, Narzole, Pocapaglia e Sommariva del Bosco) coinvolgendo il consorzio socioassistenziale Intesa e numerosi soggetti del privato sociale (Caritas, Volontari comunità parrocchiale San Giovanni Battista, Associazione gruppi di volontariato vincenziano, associazione La cordata, associazione Piedi per terra, Libero Mondo, Insieme), oltre alle associazioni di categoria dei commercianti, degli artigiani e degli agricoltori.

L’iniziativa prende in considerazione un particolare aspetto della povertà, quella alimentare, e per contrastarla prevede una serie di interventi di sostegno al reddito e al consumo, coinvolgendo numerose realtà presenti sul territorio e ottimizzando la loro attività “facendo rete”.

L’obiettivo è migliorare il sistema di monitoraggio della spesa e degli interventi promossi dalle varie realtà, siano esse pubbliche o private, ma anche una riduzione del numero di aiuti economici erogati dagli enti pubblici. L’intento è anche quello di cambiare la forma dei contributi, ad esempio attivando borse lavoro in sostituzione delle tradizionali erogazioni in denaro, oppure un sistema di prestiti d’onore, oltre a sostenere iniziative di autoimprenditoria.

Sul fronte del consumo il progetto mira a promuovere gruppi di acquisto solidale e collettivo, ma anche a sviluppare il sistema di recupero delle derrate alimentari prossime alla scadenza, oltre al riutilizzo di indumenti e di mobili usati. L’intento è pure quello di aiutare alcune persone (che vivono situazioni anche di povertà socio-culturale) a imparare una migliore gestione del denaro e a monitorare il budget familiare.

«Negli ultimi anni è stato evidenziato un incremento considerevole degli interventi di assistenza economica da parte della sfera pubblica (Comuni, consorzio socio-assistenziale Intesa) e da parte del terzo settore (Caritas, Associazioni di volontariato, Comitati di quartiere) a favore di famiglie in condizioni di povertà, per fronteggiare anche in particolare il problema della povertà alimentare. A fronte di tale situazione si inserisce il problema della riduzione generale delle risorse pubbliche, che direttamente comporta anche una riduzione di risorse destinate alle politiche di welfare».

Diego Lanzardo

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