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Taricco: «Da Gancia parole improponibili»

È polemica sulle parole della presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia (leggi il nostro articolo qui). L’esponente del Carroccio ha respinto la proposta di reperire strutture cuneesi per accogliere gli eventuali immigrati che sbarcheranno in Italia per fuggire alle atrocità libiche.

La replica più dura arriva dal consigliere regionale del Partito democratico Mino Taricco: «Trovo le dichiarazioni di Gancia improponibili, abominevoli. Ci sono persone che stanno affrontando un destino devastante, un genocidio: questa situazione viene strumentalizzata, usata dalla Lega nord per ribadire la propria ideologia. Non c’è umanità in ciò che ha detto la Presidente della Provincia».

Taricco propone di promuovere censimenti e reperire strutture adeguate all’accoglienza. Il senatore del Pdl Tomaso Zanoletti ritiene doveroso un atteggiamento di «solidarietà verso quei popoli, ma anche realismo: bisogna organizzarsi e l’Italia non dispone, attualmente, delle strutture adeguate per fronteggiare il fenomeno immigrazione che potrebbe derivare».

Il segretario della Lega nord di Alba Paolo Spolaore spiega: «L’emergenza abitativa esiste all’interno dei confini del Paese e anche in provincia di Cuneo è presente. L’avvento massivo di immigrati determinerebbe un “sovraccarico” impossibile». Spolaore specifica la necessità di tendere la mano al debole, l’obbligo umano di ospitare in maniera dignitosa, il divieto etico di sbattere i profughi in capannoni fatiscenti. Tuttavia, dice, «è la Comunità europea che deve intervenire. L’Italia da sola non ce la può fare».

Nei confronti di Gancia è duro anche il segretario del Partito democratico albese, Claudio Tibaldi: «Si tratta di un dramma e non è possibile che nel 2011 persone come noi sopportino simili atrocità. Credo che la Provincia, così come il Paese, siano equipaggiati per offrire accoglienza, perlomeno ai disperati. Non dimentichiamo che il Nord Africa sta combattendo contro regimi prevaricatori, che limitano le libertà individuali». Sulla medesima lunghezza d’onda si schiera (in veste di volontario per l’Ufficio della pace) Franco Foglino: «Come cittadini del mondo siamo chiamati ad aiutare i profughi: stiamo assistendo alle conseguenze del colonialismo, che ha creato disparità e disequilibri aberranti. È ora di riparare ».

m.v.

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