Costretti a tagliare il debito

Addio debiti? Bene, ma gli albesi, che contribuiscono ogni giorno con le imposte, meriterebbero qualcosa di meglio del vanto di abitare in un Comune con un debito molto basso. È amara l’affermazione dell’assessore alle finanze Franco Foglino nel tirare le somme dell’esercizio finanziario 2010: la situazione è grave, perché «il patto di stabilità ci tarpa le ali, non possiamo investire in opere pubbliche, fatichiamo persino a mantenere i servizi». Il principale imputato è dunque sempre lui, il documento che obbliga le amministrazioni comunali a partecipare alla riduzione del debito pubblico e consente loro d’investire con mezzi propri, derivanti, ad esempio, dalla monetizzazione dei parcheggi e dagli oneri di urbanizzazione. Nel 2010 l’Esecutivo di Maurizio Marello ha chiuso il bilancio, pareggiando su un totale di 38 milioni e 753 mila euro, con un avanzo di amministrazione di 2 milioni e 367 mila euro (nel 2009 l’avanzo era di un milione e 935 mila euro). Un risparmio ingente ma, come ricorda Foglino, «da non confondere con l’utile delle aziende. Difatti, il nostro avanzo non può essere usato in spese in conto capitale, ossia in investimenti, ma verrà convogliato, per la maggior parte, verso l’estinzione dei mutui. Perlomeno, il debito scenderà sotto i 4 milioni e 500 mila euro».

Situazione congelata, dunque. Secondo Foglino, le prospettive di sviluppo sono irrimediabilmente soffocate dall’incombere del Patto. E se l’opposizione, con la voce di Carlo Bo (Popolo della libertà), accusa – «Si tratta del solito pretesto utilizzato dalla giunta Marello per giustificare l’immobilismo: che inizino a lavorare con risorse che hanno» –, la replica di Foglino non si fa attendere: «Il Patto è in vigore dal 2002 e per i primi anni le amministrazioni hanno rinviato i pagamenti. Il centro-destra in quegli anni governava, dunque è stato agevolato. Nel tempo si sono accumulate le inadempienze e oggi siamo a un punto critico: dobbiamo assolvere ai nostri compiti e rispettare le prescrizioni, procrastinare era diventato impossibile».

Nonostante il pesante handicap, spiega Foglino, «Alba ha mantenuto un livello elevato di servizi, destinando 28 milioni e 135 mila euro alla spesa corrente e totalizzando una spesa in conto capitale pari a 6 milioni 345 mila euro». Si tratta di cifre importanti, perché l’ammontare delle spese è proporzionale agli interventi effettuati, dunque alla dinamicità di un’amministrazione. I risultati sono stati conseguiti anche grazie alla fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, ricorda l’Assessore: la Crc ha permesso la realizzazione di gran parte degli investimenti. Le tempeste sono previste per l’avvenire: il prossimo anno, spiega Foglino, «il Governo taglierà 750 mila euro di trasferimenti al Comune. La cifra è destinata a gonfiarsi, fino a un milione e 400 mila euro nel 2012». Allora sì, che saranno guai.

Matteo Viberti

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