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Rischio tumori in alta Valle

Valle BormidaSi torna a parlare del rischio- tumori in alta Valle Bormida. La scorsa settimana, in allegato alla rivista “Epidemiologia e prevenzione”, pubblicata dall’Associazione italiana di epidemiologia, è stato pubblicato l’elenco dei siti mappati nell’ambito dello studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento. Tra le 44 zone d’Italia in cui il tasso di mortalità per tumore è più alto della media nazionale troviamo anche l’area di Cengio e Saliceto, ossia il paese in cui c’era l’Acna e quello che risentiva maggiormente degli effetti dell’inquinamento.

Quello degli effetti dell’Acna sulla salute dei valbormidesi è da sempre uno degli aspetti più controversi della vicenda. A cercare di fare chiarezza sulla questione ci sta provando da alcuni anni l’Ala (Associazione lavoratori Acna), che è riuscita a contattare oltre 650 ex dipendenti dell’azienda chimica o dell’indotto (distribuiti tra le Asl di Savona, Cuneo e Alba-Bra), che sono stati esposti alle ammine aromatiche e che quindi sono a rischio di tumore alla vescica. Commenta il presidente dell’Associazione lavoratori Acna, Pier Giorgio Giacchino: «È importante che la conferma del rischio arrivi da un organismo esterno alla Valle. Le conseguenze dell’esposizione a certi prodotti le sapevamo tutti da tempo, ma per decenni il problema non era stato preso in considerazione. Quando succedeva qualcosa di grave a un lavoratore, l’Azienda “indennizzava” la famiglia assumendo un parente. Ciò rendeva difficile farammettere il rischio. C’era una sorta di consapevolezza diffusa, ma omertosa, che è stata superata quando il rischio chimico è stato riconosciuto a livello legislativo anche grazie alla nostra battaglia».

Un monitoraggio più empirico e territorialmente più limitato, manon per questomeno significativo, era stato condotto anni fa dal parroco di San Pantaleo, a Cortemilia, don Bernardino Oberto, che annotò i decessi per cancro sui registri parrocchiali, scoprendo percentuali variabili tra il 25 e il 30 per cento su una popolazione nella quale non c’erano dipendenti Acna, mentre nel 1992, ad Acqui Terme, il professor Cesare Maltoni, dell’istituto “Sant’Orsola” di Bologna, parlò di un indice di mortalità per cancro in Valle Bormida pari a quello delle zone industriali.

Anche nei dintorni delle “altre” Acna, in passato erano emerse emergenze simili. Sul sito dell’associazione “Valbormida viva” si trova un articolo relativo all’Acna di Piacenza, chiusa all’inizio degli anni ’80, nel quale una sindacalista parla del 40 per cento degli operai colpiti da tumori alla vescica negli anni ’70, mentre nel 1994 la Pretura di Monza aprì un’inchiesta sull’Acna di Cesano Maderno, dove, sempre negli anni ’70, fu registrato un centinaio di casi di cancro alla vescica.

Corrado Olocco

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