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Ad Alba si depura con Sisi

Parliamo con Gian Piero Moretto, presidente di Sisi (Società intercomunale servizi idrici, a capitale interamente pubblico, per la gestione della depurazione).

1. Essendo a capo della società pubblica che gestisce la depurazione, lei è una delle figure chiave nella gestione del servizio idrico. Come giudica l’esito del referendum?

«Mi sono battuto affinché questo referendum sortisse il risultato positivo che abbiamo visto. Non sono mancate le prese di posizione populiste e superficiali, basate sulla falsa dicotomia che vede quella pubblica come un tipo di gestione “che fa pagare meno gli utenti” e quella privata come una modalità “che fa pagare di più”. In realtà, il sistema è complesso. Servirebbe approfondire, non basarsi su generalizzazioni. Io tento di migliorare l’esistente sul fronte della gestione pubblica».

2 Eppure, sono in molti a pensare che il sistema pubblico sia caratterizzato da sprechi, cattiva manutenzione e scarsi investimenti.

«Bisogna contestualizzare. Ad esempio, ad Alba e dintorni, il servizio è gestito benissimo. L’eccellenza è oggettiva e il depuratore di Canove di Govone è considerato un modello di efficienza a livello nazionale. È vero che in alcune zone pubblico è sinonimo di cattiva gestione, ma la chiave del problema non è certo semplice».

3 Pensa che dietro all’intenzione di privatizzare il servizio idrico ci siano interessi non dichiarati, da parte di corporazioni e lobby?

«Non voglio avere retropensieri. Certo è che le grandi multinazionali dell’acqua non investono per guadagnare solo il 3-4 per cento. Su questo punto, è necessario ricordare che un’azienda pubblica non può fare utile o meglio, se produce utile è tenuta a reinvestirlo negli impianti. Invece, se un’azienda privata produce utile, lo intasca. Esiste una soglia percentuale (del 7) d’incremento tariffario: la società può aumentare il profitto sulla base degli investimenti. Un gestore pubblico virtuoso si può “accontentare” di pareggiare il bilancio, un privato virtuoso segue la propria vocazione al guadagno».

m.v.

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