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Le Langhe di Cavour. Dai feudi all’Italia unita

Alba e le Langhe per e attraverso il Risorgimento. La mostra che si aprirà sabato – Le Langhe di Camillo Cavour. Dai feudi all’Italia unita – in sintesi offrirà, in occasione dei 150 anni dall’unificazione del Paese, una prospettiva sull’albese e sulle trasformazioni che vi si compirono.

Cavour è il punto centrale: è a Grinzane che il futuro “padre della patria” fa il suo apprendistato. Al conte è dedicata la prima parte dell’esposizione con ritratti, diari, busti, documenti e medaglie che ne illustrano la vicenda personale. Su un altro piano, la mostra non dimentica il legame dei Savoia, da Carlo Felice a Carlo Alberto e a Vittorio Emanuele II, verso le Langhe e i dintorni, rappresentato dalle residenze di Govone, Pollenzo, Fontanafredda.

 

Rosa Teresa Vercellana, la “bella Rosina” (Jean-Baptiste Bonjour, dal museo “Massena” di Nizza).

Rosa Teresa Vercellana, la “bella Rosina” (Jean-Baptiste Bonjour, dal museo “Massena” di Nizza).

E sono diversi i personaggi albesi – da Luigi Parruzza ad Amedeo Ravina, al generale Giuseppe Govone e ancora Michele Coppino e Teobaldo Calissano – con una storia e un ruolo nel processo che porterà a “fare l’Italia”: sono il filo che unisce il locale con la “grande” storia.

Un periodo di cambiamento nella società, nell’economia, nei trasporti, che la mostra affronta dal punto di vista delle Langhe, territorio rimasto, fino alla calata di Napoleone, piuttosto ai margini. I mutamenti nel costume e nel paesaggio si potranno osservare nella galleria di ritratti dei membri di una famiglia della zona, nel volto e negli abiti severi del “giacobino” Giansecondo Acquadro.

Giansecondo Acquadro (collezione privata)

Giansecondo Acquadro (collezione privata)

Un’immagine naïf ma significativa delle condizioni sociali traspare anche dalla selezione di ex voto. Un quadro dell’evoluzione dei collegamenti si ha dai documenti e disegni relativi alla costruzione di strade e ferrovie e allo scavo di canali. L’esposizione è stata curata da Silvano Montaldo, albese di nascita, direttore del museo di antropologia criminale Cesare Lombroso e professore dell’Università di Torino, dove insegna storia sociale del XIX secolo.

ex voto del Settecento proveniente da Santa Maria delle Grazie di Cherasco.

Ex voto del Settecento proveniente da Santa Maria delle Grazie di Cherasco.

Oltre al Comune, hanno partecipato all’organizzazione la fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, la Regione e la fondazione Ferrero. Il percorso espositivo è composto da novanta dipinti, sculture e cimeli, oltre a settanta mappe e documenti, e da cinquanta vedute ottocentesche di Alba e delle Langhe, diverse delle quali opera di Clemente Rovere. Queste ultime sono messe a confronto con immagini degli stessi posti realizzate dal Gruppo fotografico albese. Quadri e cimeli sono stati prestati – con il coordinamento di Luca Berlinghieri della Biblioteca albese – da musei, biblioteche, collezioni pubbliche e private. Saranno presentati anche alcuni filmati inediti. A margine saranno esposte le etichette di Barolo di Cavour create dagli studenti delle classi quarte e quinte a indirizzo grafico del liceo artistico Pinot Gallizio, seguiti da Milena Racca. Le Langhe di Camillo Cavour, dai feudi all’Italia unita, sarà aperta dal 18 giugno al 13 novembre nel palazzo di piazza Medford con ingresso gratuito.

Orari: lunedì 10-13; dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Per informazioni è possibile telefonare all’ente turismo Alba, Bra, Langhe e Roero (0173-36.38.78) oppure all’Ente fiera (0173-36.10.51).

p.r.

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