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Una discarica risparmiata

Roberto CavalloI festeggiamenti per i quindici anni della cooperativa Erica sono stati l’occasione per discutere con il presidente Roberto Cavallo delle principali questioni ambientali albesi e internazionali.

Cavallo, durante gli incontri in città della scorsa settimana, lei ha presentato la “Discarica virtuale”, elenco di rifiuti ed emissioni risparmiati grazie alle azioni intraprese da Erica.

C’è un intervento al quale è più affezionato?

«No. Ogni progetto presenta nuove difficoltà, ma anche emozioni. Tuttavia, il fatto di aver contribuito, in quindici anni, a risparmiare una discarica di volume pari a una volta e mezza la seconda discarica di Sommariva Perno (oltre 500 mila tonnellate di rifiuti) ci rende orgogliosi».

Qual è la sua posizione sull’energia nucleare?

«Non dobbiamo porci la domanda di quale tipo di energia vada consumata, ma di quanta. La vera sfida è l’efficienza. Infatti, con determinati accorgimenti, è possibile diminuire di più del 50 per cento i consumi delle nostre abitazioni e anche migliorare i consumi delle nostre imprese, rendendole di fatto più competitive».

Biomasse, fotovoltaico, idroelettrico e nucleare: da dove passa il futuro energetico del mondo?

«La risposta alla domanda energetica sta nel mix di diverse risorse energetiche offerte da un territorio. Non c’è una ricetta univoca; serve tanto buon senso».

Quali sono le sue ricette per prevenire, sia a livello locale che internazionale, i disastri legati all’inquinamento?

«Investire in prevenzione per aumentare l’efficienza, la competitività, la resilienza, la capacità di reagire a una crisi. Un rifiuto che non c’è non va né raccolto, né trasportato, né trattato».

A Napoli, però, è tardi per fare prevenzione. Come si risolve il problema?

«Sarebbe presuntuoso, oltre che difficile, fornire risposte precise, anche perché l’ambiente è fortemente impregnato di infiltrazioni camorristiche. Comunque, si potrebbe pensare di spostare per qualche mese a Napoli tutti i volontari del Servizio civile che, insieme alla Protezione civile e al volontariato ambientale, avrebbero il compito di consegnare a ogni famiglia i sacchetti colorati per attuare in maniera decisa – una volta ripulite le strade – la raccolta differenziata».

RifiutiUno sguardo alle politiche ambientali albesi. Comegiudica le scelte adottate dall’Amministrazione di Maurizio Marello?

«Sono iniziative sicuramente valide, ma credo serva più coraggio. Occorrerebbe cioè implementare la raccolta domiciliare di tutti i rifiuti – compresi vetro e lattine –, estendere l’umido a tutta la città e applicare la tariffa puntuale, chiedendo ai cittadini di pagare in proporzione ai rifiuti scaricati e non in base ai metri quadrati della propria abitazione. Alba raggiungerebbe in breve il 70% di differenziata, proprio come sta accadendo a Saluzzo, Savigliano o Fossano. Ma sono certo che l’Amministrazione civica ci stia pensando».

Chiudiamo con Erica. Quali sono le vostre prossime sfide?

«A quindici anni dall’idea di Carlo Bottallo, supportata dal finanziamento della Caritas e dei sindacati, vogliamo lanciare una sfida economicosociale e dimostrare che l’economia reale della rivoluzione industriale e che quella finanziaria degli ultimi 30 anni hanno fatto il loro corso. Serve una nuova economia basata sulle persone, che punti sulla redditività, ma con l’impegno a reinvestire in ricerca, in miglioramento delle condizioni lavorative, in occupazione, senza fini speculativi».

Enrico Fonte

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