Il casinò in Langa? Piace, ma non a tutti

Spaziano tra il “No, grazie” e il “Se ne può parlare” le reazioni dei proprietari degli edifici langaroli indicati come potenzialmente idonei a ospitare un casinò. Un paio di settimane fa il comitato “Un casinò per la Granda” presieduto da Dino Destefanis aveva illustrato i risultati del monitoraggio effettuato su scala provinciale, segnalando sei siti: tre nelle Langhe (tenuta “Morenghi” a Sinio, il castello di Cravanzana e quello della Volta, a Barolo) e tre in altre zone della Granda (il castello neogotico di Marene, l’hotel “Radium” a Lurisia e il “Grande albergo “Castello” a Pradleves).

Abbiamo provato a interpellare gli interessati per sapere cosa ne pensano. Guido Zerbetto, lombardo, da 25 anni proprietario del castello di Cravanzana, ammette di non essere molto informato sulla questione: «Non ne so nulla e nessuno mi ha interpellato. Però il castello è in vendita da anni. Quindi, se qualcuno è interessato… ». Il “castellano” ammette però che è difficile trovare acquirenti e sottolinea di non voler svendere il lussuosomaniero. Quindi, non è difficile prevedere che l’operazione possa costare parecchio. A vantaggio del sito gioca il fascino del castello; a sfavore la posizione a dir poco marginale del paese dell’alta Langa.

Ernesto Abbona, presidente della Marchesi di Barolo, azienda vinicola proprietaria del castello della Volta, invece non vuole vendere, ma restaurare, senza però piazzare tavoli verdi nel maniero caro a Silvio Pellico. «Il castello è oggetto di un programma di restauro che prevede il recupero della torre per renderla accessibile e, successivamente il ripristino del resto dell’edificio per evitarne il degrado. Un casinò non rientra nei nostri programmi», afferma Abbona.

Più possibilista Giancarlo Savigliano, proprietario di tenuta “Morenghi”, vasto complesso rurale (in pratica, una piccola borgata) per il quale si erano già fatti avanti acquirenti in passato. «Gli spazi sono ampi, con molti locali e parecchio terreno. È un bel posto, molto tranquillo. Se ne può parlare», ammette Savigliano, confermando l’intenzione di vendere la tenuta. Ancora maggior interesse lo dimostrano i proprietari del “Grande albergo castello”, di Pradleves, in Valle Grana, aperto da 27 anni, ma attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione. «Non siamo stati interpellati direttamente, ma se capita, ben venga!», affermano. Come si legge nel dossier preparato dal Comitato promotore una sala da gioco sarebbe utile per integrare l’offerta turistica esistente nel centro del cuneese. Tra le altre due strutture potenzialmente idonee, quella che pare avere maggiori chance è l’hotel “Radium” di Lurisia, chiuso da una decina d’anni. A suo favore gioca l’adattabilità del fabbricato, la località (nota stazione termale) e la vicinanza all’uscita autostradale. L’autostrada c’è anche a Marene, ma il castello ottocentesco, oltre ad avere bisogno di lavori di ristrutturazione, appartiene a diversi proprietari e un’eventuale acquisizione potrebbe essere complicata.

Corrado Olocco

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