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Marello, due anni da sindaco

Due anni di lavoro per lei, per gli assessori e per i consiglieri eletti nel 2009. Quali i risultati positivi, e quali i nodi critici rimasti irrisolti, Marello?

«Il risultato più significativo di questi due anni di lavoro è il progetto preliminare del Piano regolatore, che si discuterà in Consiglio venerdì 15 luglio. Tante altre cose abbiamo fatto: impossibile riportarle una per una. Ci siamo occupati dei piccoli problemi, delle manutenzioni, del verde e del decoro urbano, così come delle grandi opere. Basti ricordare l’intensa azione volta a dare una risposta – pur sempre insufficiente – alla grave emergenza abitativa che si è manifestata tra i ceti più deboli; la definizione di un progetto di ampio respiro per la viabilità (questa settimana partono i lavori della bretella del Mogliasso); la rinnovata impostazione delle maggiorimanifestazioni turistico-culturali; il bilancio positivo del Teatro sociale; il miglioramento della situazione sul fronte della raccolta dei rifiuti e dell’inquinamento dell’aria; il riordino delle gestioni degli impianti sportivi e dell’intero sistema delle partecipazioni, la particolare attenzione al mondo agricolo. Cose da fare ne rimangono tante, male più gravi non dipendono solo dalla nostra volontà: basti citare il nodo dell’autostrada o quello del nuovo ospedale e della viabilità di collegamento».

Eppure, una della maggiori critiche che ricevete è quella di badare all’ordinario. Di mancare, insomma, di coraggio e slancio, ad esempio, per quanto riguarda le opportunità giovanili e d’incontro.
«La risposta migliore è nei fatti. Si lavora a una costante programmazione di medio e lungo periodo: sul versante urbanistico (si veda il Piano regolatore, maanche importanti varianti strutturali come quelle per l’edilizia agevolata, l’housing sociale e la rilocalizzazione di Egea), in campo turistico-culturale e sul fronte ambientale (raccolta differenziata al 52 al per cento e dell’umido “porta a porta”). Ciò avviene nonostante il massacro dei trasferimenti statali e il Patto di stabilità. Siamo riusciti a dare continuità a tutti i servizi resi dal Comune anche in campo sociale e scolastico. Sul fronte giovanile si è costituito il Forum giovani e sono tanti i momenti culturali e quelli di ritrovo che vive la città, compresi i recenti martedì musicali».

Con il Piano regolatore, che cosa cambierà per la città? Quanto “cemento” nuovo è previsto?
«Del Piano regolatore potremo parlare a lungo nel prossimo periodo. Certamente prevede nuove edificazioni, ma questo non significa una colata di cemento in favore della speculazione. Significa tener conto delle necessità di uno sviluppo intelligente e armonico della città nel prossimo ventennio.Ecomunque, rispetto al progetto messo a punto dalla precedente Amministrazione, il consumodi superficie verde si riduce. Per la città prevediamo numerosi cambiamenti, tutti mirati a renderla più ordinata e vivibile, come già illustrato da Gazzetta».

Anche alla luce dei recenti e inquietanti avvenimenti – due arresti per imputazione mafiosa proprio ad Alba –, pensa che la criminalità organizzata possa coinvolgerci?
«Mi auguro fortemente di no. È vero che la nostra città, essendo zona di elevato benessere e di sviluppato spirito imprenditoriale, può suscitare appetiti in organizzazioni criminali che possono ambire a penetrare in un’economia florida. Ma so che la vigilanza civile tra i nostri cittadini è forte e confido che sarà ancora più forte per sconfiggere ogni tentativo di malefica infiltrazione».

Ci sono sempre meno soldi: dobbiamo aspettarci tempi ancora più duri?
«In questi giorni si parla di allentamento dei vincoli del Patto di stabilità per i Comuni “virtuosi”, tra cui ci siamo anche noi. Ma aspettiamo di vedere in concreto in che cosa si traducono questi propositi. Certo, non possiamo attenderci fiumi di soldi freschi in una congiuntura sempre assai dura per l’intero Paese. Però, ci stiamo abituando a “fare meglio con meno”, usando bene le risorse, e credo sia questa la politica più saggia ed efficace. Dovrebbero comportarsi come noi tutti gli enti locali e anche lo Stato, i Ministeri e le Regioni. Così, forse, i conti italiani andrebbero meglio».

Quali sono i punti deboli di Alba?
«Per fortuna, questa nostra città è solida e coesa. Punti deboli ce ne sono sempre, ma non in misura tale da creare patemi. La vitalità che la anima ha bisogno di essere ricondotta – molto più di quanto sia stato fatto nel precedente decennio – entro un disegno ordinato, che tenga conto delle esigenze dei cittadini, delle imprese e del mondo del volontariato. Un’attenzione particolare la riservo alle famiglie e ai bambini. Vuole sapere qual è stata la mia più forte preoccupazione da quando sono sindaco? Vedere persone scivolare, non certo per loro colpa, in situazioni difficili per l’abitazione, per la cura di parenti anziani, per il lavoro che non c’è più o che non arriva. Abbiamo cercato di fare il possibile per venire loro incontro, manon basta mai. Bisogna che lo Stato e la Regione manifestino molta più sensibilità di ora».

Due anni dopo, rifarebbe la scelta di candidarsi?
«Sì. Mi sento onorato della fiducia degli albesi e faccio il possibile per esserne all’altezza. Certo, fare il sindaco in questi tempi è faticoso, ma lavorare con una squadra di assessori e consiglieri unita e con persone che operano in trasparenza e nell’esclusivo interesse della città è per me motivo di grande soddisfazione».

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