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Miroglio, allarme in corso Asti

Il centro direzionale della Miroglio Textile lascia corso Asti. Il palazzo di “vetro” pare destinato allo smantellamento: per essere riorganizzato, secondo il Gruppo tessile albese – era stato annunciato negli scorsi anni un impegno al potenziamento, che in Comune non danno per perso, visto che è stato inserito nel nuovo Piano regolatore (vedi alle pagg. 8 e 9) –; per essere smembrato e chiuso, secondo i sindacati Cgil, Cisl e Uil, i quali parlano a una sola voce.

La notizia, che peraltro da tempo serpeggiava nei corridoi del colosso tessile, sembra ora diventare certezza. La sede amministrativa e dirigenziale del reparto Textile – 149 addetti – , nel giro di un anno e a partire dal prossimo mese di dicembre, dovrà ricollocare gli occupati, dividendoli tra i siti di Saluzzo e Castagnole delle Lanze.

«Ci troviamo nel pieno di una riorganizzazione aziendale », comunica l’azienda, «volta all’ottimizzazione delle sinergie. Gli uffici che seguono Textile verranno spostati nelle sedi appropriate. A Saluzzo verrà collocata la parte amministrativa che si occupa di fili e filature, mentre la parte legata ai tessuti verrà affiancata al polo logistico di Castagnole delle Lanze. Il tutto è finalizzato a creare stabilimenti più moderni e meglio organizzati. Si tratta di un investimento da 4,2 milioni di euro».

Alberto Battaglino, segretario provinciale della Uilta Uil non è convinto: «Si è partiti con un progetto di ristrutturazione e dopo due anni a Saluzzo abbiamo un contratto di solidarietà aperto, una parte di magazzino di Alba da spostare a Castagnole delle Lanze (nell’ex reparto chimico, che chiude i battenti) e il magazzino di Govone in fase di ristrutturazione e con operai in cassa integrazione. E ora ci dicono che anche il “palazzo di vetro” verrà smantellato e che gli esuberi toccano una trentina di persone. La preoccupazione sta aumentando».

L’azienda conferma i trenta esuberi, ribadendo che «a breve verrà richiesta la cassa integrazione ordinaria. Una parte di questi lavoratori sarà accompagnata alla pensione, mentre gli altri saranno ricollocati nell’albese».

Sostiene Angelo Vero della Cisl: «Da tre anni stiamo aspettando un piano industriale per il rilancio dell’azienda, che non vediamo e che, dopo continui rimandi, non ci è ancora stato presentato». Aggiunge Battaglino: «Quando al timone si trovava Franco Miroglio, la maniera per affrontare la crisi era investire, soprattutto in tecnologia, in modo che al momento della ripartenza del mercato il rilancio fosse più veloce rispetto alle concorrenti. Invece, ora fatichiamo a capire come il Gruppo stia cercando di uscire dalla congiuntura. Rischiamo di perdere in professionalità nel campo tessile, in una zona come la nostra in cui, a differenza del biellese e del pratese, la competenza non è dietro l’angolo».

Cristian Borello

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