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Apro sul filo del rasoio

La maggior parte degli studenti usciti da Apro formazione trova collocazione sul mercato del lavoro locale. Il corpo docente è di ottima qualità, l’amministrazione lavora con ostinazione. Inoltre, gli studenti stranieri iscritti alla scuola di via Castelgherlone si aggirano intorno al 50 per cento, configurando una risorsa, possibilità di apprendimento e integrazione culturale. Olindo Cervella, assessore comunale albese e presidente del Consiglio di amministrazione (Cda) Apro, ai nastri di partenza del nuovo anno didattico è lapidario: «Senza queste premesse, sarebbe impossibile comprendere il resto».Si avrebbe una visione distorta.

A casa i dipendenti. Il resto a cui allude Cervella è semplice: Apro formazione chiude il bilancio a fine agosto e, sebbene i calcoli siano ancora da ufficializzare, «la perdita supera il terzo del capitale ». Lo dice il Presidente, il quale aggiunge: «A causa d’investimenti sbagliati sugli immobili effettuati gli scorsi anni, oggi il nuovo Cda è obbligato a razionalizzare drasticamente i costi. Prima di tutto sui docenti: quest’anno, al posto dei 92 insegnanti del 2010, ne abbiamo 84, a fronte di un incremento di 15 alunni. Non abbiamo cioè potuto rinnovare tutti i contratti. A breve saremo costretti a ridurre anche il personale della mensa, sovradimensionato rispetto alle esigenze. Infatti, per 80-90 pasti giornalieri, contiamo 7 dipendenti. Una sproporzione evidente». Addio castello di Barolo.

Dunque, l’anno didattico di Apro formazione comincia fra preoccupazioni e incertezze. L’atmosfera è di cambiamento: tutte le attività alberghiere che venivano svolte nel castello di Barolo, spiega Cervella, «confluiranno nei locali albesi: ciò consentirà di abbattere parecchi costi, ad esempio quelli delle bollette. Tra l’altro, la struttura non rispettava le norme di sicurezza. Nonmela sono sentita di proseguire l’attività didattica al suo interno. Al momento, procedono le trattative con il Comune di Barolo per concordare il destino della sezione nel castello».

CervellaPure il corso di “alta cucina”, progettato cinque anni fa e che prevedeva il coinvolgimento di chef ed esperti di fama nazionale sembra destinato all’accantonamento. Colpa della Regione? La forbice dei tagli appare impietosa, mapotrebbe essere la sola modalità di riscossa. Anche perché, spiega Cervella, sui finanziamenti regionali non si può fare troppo affidamento. Il Presidente: «A causa dei ritardi nei pagamenti da parte della Regione abbiamo perso 200 mila euro di interessi passivi verso le banche. In altre parole: i fornitori e i dipendenti vanno pagati. Se le erogazioni degli enti superiori arrivano con 6-10 mesi di ritardo, siamo costretti a ricorrere al prestito».

Diamo tempo al tempo. Promette Cervella: «Stiamo lavorando sodo, l’intenzione è di riportare la scuola ai livelli dei tempi di monsignor Giovanni Battista Gianolio ». Proprio quel sacerdote che la scuola la fondò nel 1958, e che negli ultimi decenni aveva assistito – non senza rammarico – a una deriva gestionale rispetto ai suoi intenti. Nessuno oggi sa dire con certezza se Apro si salverà, se scamperà cioè al fallimento. Mail sindaco Maurizio Marello appare sereno: «Siamo a una svolta secca nella gestione di Apro. Sono fiducioso nella rinascita da una situazione difficile». L’ottimismo è l’ultimo a morire, sebbene i dipendenti non dissimulino dubbi e sospetti.

Matteo Viberti

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