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La ripresa economica passa anche dalla nocciola

Nei primi anni del 1800, Napoleone Bonaparte, per far fronte a un momento di instabilità economica, vietò le importazioni di cacao dal Sud America. I cioccolatieri piemontesi, non riuscendo a rifornirsi del cacao necessario, ebbero l’idea di mescolare il cacao e lo zucchero con le nocciole delle Langhe, finemente polverizzate. In quel momento, nacque il Gianduiotto.

È l’esempio che il presidente dell’associazione nazionale Città della nocciola Rosario D’Acunto ha usato nel convegno svoltosi a Cravanzana, nell’ambito della prima Fiera della nocciola, per sottolineare come nei momenti più complicati dal punto di vista economico sia possibile intraprendere la strada della ripresa affidandosi alle eccellenze del territorio.

Fiera della nocciolaIl dibattito, inserito all’interno della decima Assise nazionale della Città della nocciola, si è concentrato sulle prospettive della nocciola italiana. Il concetto chiave è uno: far sì che la corilicoltura possa garantire reddito. «È giusto che i Comuni vocati alla corilicoltura puntino sul marketing territoriale, cercando di attrarre turisti mettendo in mostra le specialità locali», ha dichiarato D’Acunto, precisando: «Non bisogna però tralasciare l’aspetto del tornaconto economico e dell’occupazione. Penso soprattutto al caso di quei giovani che, esclusi dal mercato del lavoro, volgono lo sguardo verso la corilicoltura. A loro e a tutti quegli agricoltori che da anni compiono immensi sacrifici per regalare all’Italia un prodotto unico devono andare le nostre attenzioni».

In questo senso, almeno per il momento, sembrano esserci buone notizie, visto che il prezzo della nocciola italiana pare abbastanza adeguato allo sforzo profuso dai corilicoltori, come ha spiegato D’Acunto: «Il prezzo della nocciola 2011, vista l’alta qualità del prodotto, sta lievitando e si può ipotizzare che tra dicembre e gennaio subisca un’ulteriore impennata, anche se è innegabile che non raggiungerà mai un livello tale da ripagare completamente gli agricoltori», ha asserito il presidente della Città della nocciola.

Sulla questione economica è intervenuto anche l’onorevole Paolo Russo, presidente della Commissione agricoltura della Camera: «Le tipicità come la “Tonda gentile delle Langhe”, racchiudono un mondo complesso e appassionante fatto di storia e cultura. Mal’agricoltura moderna non è soltanto romanticismo. Deve, prima di tutto, essere capace di stare sul mercato internazionale e produrre reddito. Qui entra in gioco la politica, che ha il compito di valorizzare eccellenze del genere».

A proposito di piccoli Comuni, non è mancato un cenno al decreto anti-crisi varato dal Governo. A parlarne è stato lo stesso Russo, il quale ha evidenziato come, soprattutto nel campo dell’agricoltura di qualità, non si possa fare ameno dei piccoli Comuni e delle reti di collaborazione di cui fanno parte. D’Acunto ha aggiunto che finché i piccoli Comuni produrranno economia non potranno essere cancellati. E le “pepite d’oro” dell’alta Langa sono indubbiamente una grande fonte di energia. Un possibile cammino verso il rilancio è tracciato.

Enrico Fonte

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