70 cantieri su 100 A RISCHIO

Parliamo con Santina Bruno (nella foto), direttore del Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spresal) dell’Asl Cn2 Alba-Bra.

Santina-Bruno La sicurezza in edilizia è un problema. Ad Alba, è lo Spresal che si occupa per l’Asl di monitorare e migliorare la situazione. Qual è il vostro lavoro, Bruno? «Ci è affidato il compito di mettere in campo le azioni di prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro, anche nei cantieri edili. L’attività di vigilanza prevede controlli ispettivi che i tecnici dell’Asl effettuano per verificare il rispetto delle norme di sicurezza. I dati: nel biennio 2009-2010 abbiamo controllato 102 cantieri e circa 160 imprese. Per il 2011 è prevista l’ispezione di unanalogo numero di cantieri. La vigilanza si rivolge al controllo dei cosiddetti “rischi prioritari” ovvero quelli che maggiormente contribuiscono al fenomeno infortunistico: seppellimento, caduta da altezze considerevoli, elettrocuzione e, soprattutto, caduta dall’alto. Oltre a tutto ciò, lo Spresal mette in campo anche un’attività d’informazione e assistenza rivolte ai coordinatori per la sicurezza, alle imprese e agli enti pubblici, organizzando incontri e confronti».

I Carabinieri di Alba affermano che il 30 per cento dei cantieri controllati non rispettano le norme di sicurezza. Quale la situazione vista dalla vostra prospettiva? Di ridurre gli infortuni, soprattutto quelli mortali e gravi. Per fare ciò, è fondamentale sia la scelta dei cantieri da ispezionare – scelta che avviene sulla base della potenziale pericolosità – sia il metodo ispettivo. Tenuto conto di ciò, riscontriamo irregolarità quasi nel 70 per cento dei cantieri visitati e riteniamo grave che in circa il 60 per cento dei casi vengano rilevate trasgressioni relative alla principale categoria di rischio: la caduta dall’alto. Su questo fronte, le più frequenti violazioni della normativa riguardano l’utilizzo scorretto di opere provvisionali (ponteggi, trabatelli e parapetti) e di scale a mano,nonché ilmancato o inadeguato uso dei dispositivi di protezione individuale anticaduta».

A che cosa è dovuta la negligenza di imprenditori e operai? «La negligenza degli imprenditori e, spesso, anche dei lavoratori, è riconducibile a un’insufficiente diffusione della cultura della sicurezza. Cultura che si basa sulla conoscenza delle buone pratiche e sulla corretta percezione del rischio. Molte aziende non hanno ancora compreso che investire in sicurezza porta a benefici anche dal punto di vista economico».

Tirando le somme, come si può considerare la situazione dei nostri cantieri? «Le percentuali di irregolarità esprimono quanto ancora vi sia da fare per garantire la sicurezza. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare quanta strada è stata percorsa e i risultati raggiunti. Negli anni abbiamo osservato un continuo miglioramento dei cantieri, dato confermato anche dal trend in discesa degli infortuni. Il tasso di frequenza degli incidenti in edilizia in Piemonte è sensibilmente più basso di quello nazionale».

Matteo Viberti

Banner Gazzetta d'Alba