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Sanità: bufera sulla “Sacra Famiglia”

Ospedale_Civico_Sacra_Famiglia_Dogliani«Siamo i soci-lavoratori della cooperativa Ro&- Ro, che prestano servizio presso la fondazione Sacra Famiglia- Ospedale civico. Scriviamo per lanciare un appello al Sindaco, ai consiglieri e a tutti i cittadini di Dogliani, in particolar modo ai parenti degli ospiti: chiediamo che intervengano presso la Fondazione affinché rinnovi l’appalto alla nostra cooperativa, in scadenza a fine anno ». Comincia così una lettera sottoscritta dagli stessi lavoratori e diffusa nei giorni scorsi: sono spaventati dal mancato rinnovo della convenzione (si prefigura il loro riassorbimento in altre cooperative), ma soprattutto interdetti dalla mancanza di motivazioni. «Per motivi che non riusciamo a capire, la Fondazione sta cercando di sostituire la nostra cooperativa e ciò in assenza di qualsiasi addebito, anzi con apprezzamenti di stima del nostro operato.Vogliamo continuare a lavorare nella Ro&Ro, perché abbiamo un buon contratto, gli accordi sindacali sono rispettati e i pagamenti degli stipendi avvengono regolarmente; in altre cooperative sono altissimi i rischi di non avere tutto ciò. Vogliamo essere trattati come operatori capaci e come persone con una dignità da difendere, non come pacchi postali», concludono i firmatari.

Dalla Direzione del Css (Consorzio albese a cui la cooperativa afferisce), la presa di posizione è altrettanto netta: «Non ci sono motivi tecnici perché la Fondazione ha sempre espresso ottimi giudizi sull’operato della cooperativa, né esistono questioni di miglior prezzo perché non ci è mai stato richiesto alcun nuovo preventivo. Tutto è andato bene finché, qualche mese fa, non abbiamo chiesto il rinnovo della convenzione per cinque anni così da affrontare la grossa esposizione che la Fondazione ha nei nostri confronti: un anno di ritardo nei pagamenti e quasi 700 mila euro di debito; il rinnovo ci consentirebbe di richiedere alle banche un ulteriore credito. A settembre abbiamo anche chiesto alla Provincia il commissariamento della Fondazione o almeno un intervento per agevolare una soluzione concordata per il pagamento di quanto dovuto. Ora chiediamo un confronto pubblico in cui la Fondazione ma soprattutto il Comune spieghino le motivazioni sul mancato rinnovo».

Nicola_Chionetti

Dal Comune le risposte rassicurano sul rispetto della legge, degli accordi e dei diritti dei lavoratori: «La Fondazione paga una pesante situazione debitoria ereditata dalla passata gestione e deve cercare di migliorare i conti: cosa che sta avvenendo in modo sensibile, ma ci vuole costante controllo e questo può significare anche dei cambiamenti. È essenziale garantire ai lavoratori lo stesso trattamento economico e agli utenti lo stesso livello qualitativo dei servizi; se queste condizioni sono rispettate ma c’è la possibilità di risparmiare a fronte di preventivi più bassi, non possiamo che andare in questa direzione. Conosciamo i lavoratori e ne condividiamo le preoccupazioni, ma se la Fondazione cerca di risparmiare è anche per garantire il loro futuro; ogni decisione sarà condivisa e motivata pubblicamente », spiega il sindaco Nicola Chionetti (foto)  che, quanto al debito e alla richiesta di commissariamento, conclude: «È stata una mossa scorretta e un po’ ingenua: chi l’ha fatta sapeva che non c’erano i presupposti, com’è risultato dopo i chiarimenti che abbiamo dato in Provincia. Il debito consegue anche ai ritardi con cui la stessa Asl paga le rette alla Fondazione: rientra nelle difficoltà di cui soffre tutto il sistema sanitario».

Miranda Ciravegna

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