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Verso le città intelligenti

«Dare nulla per scontato, ma ricercare e approfondire, specie in un periodo ostico come quello odierno ». Esordisce col monito del sindaco Maurizio Marello il convegno Efficienza energetica, politiche territoriali e cambiamento svoltosi il 18 novembre a cura del gruppo Egea.

Scopo: valutare la situazione e programmare interventi per contenere l’impatto ambientale dell’azione umana, sviluppando tecniche d’avanguardia quali il teleriscaldamento. C’erano anche i politici al palazzo delle mostre e dei congressi: la presidente della Provincia Gianna Gancia (che ha trattato in due soli minuti argomenti come il libCitta intelligentiero mercato, l’acqua pubblica e la Rai) e il governatore del Piemonte Roberto Cota, applaudito a metà. Il Presidente della Regione ha evidenziato come, nel primo semestre 2011, le esportazioni piemontesi siano incrementate del 14,7 per cento, grazie soprattutto «alla capacità imprenditoriale di puntare sulla qualità e sulla portata innovativa dei prodotti». Poi un riferimento alla necessità di riformare la pubblica Amministrazione, ottimizzare le risorse e ridurre gli sprechi, «mettendo la burocrazia al servizio dei cittadini e non i cittadini al servizio della burocrazia ».

Non una parola sulla situazione politica italiana e sul neonato Governo Monti. Anche se il tema dell’incontro era altro, la “reticenza” – pur comprensibile dato che la Lega nord, partito che guida Regione e Provincia di Cuneo, è all’opposizione – è stata notata. Istituzioni a parte, al convegno spiccavano esperti rappresentativi del mondo energetico e accademico: il professor Luigi de Paoli (università Bocconi), Renzo Capra (presidente onorario dell’Istituto di economia e politica dell’energia), Sandro Buzzi (presidente di Buzzi Unicem), Roberto Garbati (amministratore delegato del colosso piemontese multiutily Iren, che ha annunciato la prossima collaborazione con Egea).

Dagli interventi sbucano concetti avveniristici, parecchie accuse (più o meno implicite) verso la burocrazia, altrettanti appelli per guarire un ambiente martoriato. In questo quadro, il concetto di teleriscaldamento (produzione congiunta di energia termica ed elettrica) assume un’importanza cruciale, perché in grado di garantire quel risparmio energetico e quell’efficienza di cui il Paese avrebbe bisogno. Come ha spiegato De Paoli, «sarà necessario modificare la concezione di consumatori e famiglie sul risparmio energetico, che a oggi non è una delle priorità quotidiane ».

 Al di là delle considerazioni tecniche, abbiamo parlato con il presidente del Consiglio di sorveglianza di Egea, Fulvio Baratella.

L’Amministratore di Iren ha spiegato che, per l’installazione del teleriscaldamento a Torino nord, l’azienda ha impiegato tre anni per ottenere le autorizzazioni e due per realizzare l’impianto. Non è un’assurdità?

«Credo che a livello tecnico, così come a livello finanziario, sia possibile raggiungere qualsiasi obiettivo. Ma bisogna migliorare il rapporto tra aziende e pubblica Amministrazione. Bisogna rendere fluida la collaborazione, rimuovere gli ostacoli pratici e temporali che rallentano processi altrimenti veloci e agili. Ad esempio, sul fronte del teleriscaldamento».

A proposito di teleriscaldamento, ci sono novità per l’albese?

«Abbiamo in previsione alcuni potenziamenti. Il teleriscaldamento implica un risparmio energetico non indifferente, soprattutto per i Comuni come il nostro. Anche sul fronte delle rinnovabili l’azienda è attiva. Nel complesso, un modello da cui tutti potremmo trarre ispirazione è quello raccontato al convegno da Renzo Capra: si tratta della cosiddetta smart city, ovvero la “città intelligente”.Un orizzonte lontano, ma a cui varrebbe la pena di aspirare».

Di che cosa si tratta?

«Sono città poco dispendiose dal punto di vista energetico. La progettazione ecologica riguarda tutti i settori, dagli edifici ai trasporti. Un processo importante non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sul fronte occupazionale, perché incrementerebbe le possibilità di investimento e di sviluppo».

Crede che la situazione italiana possa migliorare dopo l’insediamento del nuovo Governo?

«Non dispongo di sufficienti elementi, ma la maggioranza delle persone sostiene che i nuovi ministri siano competenti, seri, professionali. L’Italia ne ha bisogno. Servono miglioramenti tecnici, normativi e organizzativi per fronteggiare una situazione non facile. Ho fiducia in questo Paese. Mi confronto con colleghi europei, riconosco quanto abbiamo da imparare. Ma non siamo gli ultimi, o meglio lo siamo quando vogliamo esserlo».

m.v.

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