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Apro ricomincia dal 2012

Apro, la scuola di formazione professionale albese, è un contenitore di futuro. Ogni anno conferisce a seicento studenti il diploma professionale. Circa 200 allievi “adulti” frequentano invece i corsi serali. Elettricisti, meccanici, parrucchieri, pasticceri, sarti, e infiniti altri capaci artigiani escono dall’istituto e quasi tutti, dopo appena quattro mesi, trovano una collocazione lavorativa nel tessuto imprenditoriale locale. Si tratta di uno storico laboratorio di talenti, purtroppo reduce da anni di bufere e stravolgimenti: guai giudiziari, continui cambi alla dirigenza, malcontento dei dipendenti, dubbia gestione passata.

Ultima sciagura, somma di quelle passate, una perdita di bilancio pari a 947 mila euro, 647 mila dei quali da imputare all’azzardato investimento per la scuola di alta cucina nel castello di Barolo. Nella struttura avrebbero dovuto essere localizzate le attività alberghiere, ed era stata acquistata la strumentazione. Troppe spese tra manutenzione, trasferimenti e allestimenti. Spese che hanno rischiato di consegnare la scuola al fallimento. Oggi, senza alcuna bacchetta magica – ma con sacrificio e un’abile strategia organizzativa – il nuovo Consiglio di amministrazione di Apro, guidato dall’assessore alla formazione professionale Olindo Cervella, pare essersi smarcato dai fantasmi del passato.

Lo abbiamo incontrato, Cervella, dopo l’assemblea dei soci riunita il 15 dicembre, un consesso importante, nel quale si giocavano le sorti dell’azienda. Alla luce delle perdite, infatti, era necessario rifinanziare il capitale sociale, azzerato. Bisognava arrivare a 500 mila euro. Ogni socio – pubblico e privato – è stato chiamato a scucire una somma in proporzione alla propria quota di partecipazione. Come uno che ha acciuffato la vittoria, Cervella commenta l’esito dell’incontro: «Era presente l’89 per cento dei soci. Una percentuale eloquente, che dimostra lo slancio partecipativo e la voglia di cambiamento.

Abbiamo approvato il bilancio consuntivo, chiuso il 31 agosto, e il bilancio preventivo per il 2012». Come già spiegato da Gazzetta, è previsto per il prossimo anno il pareggio su un totale di sei milioni di euro. Addirittura, si ipotizza un piccolo margine positivo. Una completa rinascita, insomma. E non si tratta di un sortilegio, ma dei frutti maturati da un’oculata politica di riduzione dei costi.

«Revisione dei contratti, dismissione dei progetti di Barolo, taglio ai compensi del Consiglio di amministrazione. Sono alcune delle strategie che abbiamo attuato per colmare il buco di bilancio ereditato », ha spiegato il Presidente. In particolare, l’azzeramento dello stipendio ai c o m p o n e n t i del Cda ha comportato il risparmio di 100 mila euro, la sospensione delle attività alberghiere nella struttura di Barolo di 120 mila euro, un ulteriore rientro è stato garantito dall’ottimizzazione del numero dei dipendenti, da 92 a 84 unità.

Nella sessione straordinaria dell’assemblea, con soli quattro voti contrari su trenta, è stato approvato il rifinanziamento del capitale. «Due soci come Ferrero e Miroglio si sono dichiarati disponibili ad acquistare le eventuali quote rimaste inoptate», ha ancora spiegato Cervella, concludendo: «L’iniezione di liquidità dei soci privati e pubblici sarà la base finanziaria del nuovo corso, per uscire dallo stallo che ha segnato gli esercizi precedenti e per guardare al futuro con rinnovato slancio».

Tra i dissidenti emerge la voce di Gianpiero Porcheddu, rappresentante del consorzio Sinergie sociali. «Come soci abbiamo votato contro il rifinanziamento del capitale. Se l’esercizio di Apro mostrava perdite tanto gravi, dovevano essere individuate con chiarezza le responsabilità, prima di procedere con una simile operazione».

Il Consorzio rimane oggi in Apro con una quota pari a 500 euro, lo 0,1 per cento del capitale. «Non contiamo, ma almeno ci è rimasto il diritto di parola, che intendiamo utilizzare », prosegue Porcheddu con stoica disobbedienza. Altri tre sono stati i soci sfavorevoli all’iniezione di liquidità, tra cui il Comune di Barolo: una macchia di scontentezza in quello che appare l’innesco di un nuovo processo per una scuola dall’indubbio valore formativo ma dagli sventurati trascorsi. Non resta che attendere e, naturalmente, sperare che gli “antibiotici” di Cervella incidano in profondità.

Matteo Viberti

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