Il Natale porta un “regalo” a Bra: il Santo Spirito non sarà declassato a presidio – come previsto inizialmente dalla Regione Piemonte – ma manterrà lo status di ospedale, in attesa che il nuovo nosocomio di Verduno sia operativo. È quanto è emerso da un incontro svoltosi nei giorni scorsi nel palazzo comunale braidese tra il sindaco Bruna Sibille, il direttore dell’Assessorato regionale alla sanità Sergio Morgagni e il commissario straordinario delle Asl Cn1 e Cn2 Giovanni Monchiero.
La bozza del Piano sanitario della Regione, presentata nelle scorse settimane agliamministratori locali, per Bra aveva riservato una amara sorpresa, ovvero la classificazione del Santo Spirito come presidio e quindi la prospettiva di perdere reparti e servizi, tanto più in un periodo di tagli alla spesa pubblica.
La notizia aveva suscitato la presa di posizione di buona parte di politici e amministratori della zona. Sulla voglia di inscenare proteste pubbliche, è prevalso però il lavoro di “convincimento” nei confronti della Regione, forti soprattutto di un argomento: la popolazione di Alba e di Bra a suo tempo ha dimostrato di saper andare al di là dei campanilismi (caso più unico che raro in Italia), sostenendo il progetto dell’ospedale unico, a fronte però dell’assicurazione che i due vecchi nosocomi avrebbero continuato a garantire gli stessi servizi fino all’attivazione di quello nuovo. Un patto tra gentiluomini che la Regione deve rispettare.
Il sindaco Bruna Sibille è soddisfatta “con riserva” e sottolinea come «questo risultato sia soltanto il mantenimento di una situazione esistente, frutto di un accordo fatto a suo tempo dalle Amministrazioni comunali di Alba e Bra e della zona». Intanto oggi (martedì) gli amministratori locali si incontreranno con la Fondazione per l’ospedale unico e si discuterà dei servizi garantiti da San Lazzaro e Santo Spirito.
Diego Lanzardo