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L’Imu non aiuta il Comune

Servono dei correttivi al bilancio di previsione 2012 che il Consiglio comunale sarà chiamato a discutere giovedì 22. La Giunta braidese aveva scelto di non attendere la manovra finanziaria operata dal governo Monti e aveva stilato il documento economico per poterlo approvare entro la fine dell’anno, «perché è bene definire subito le linee di intervento e non andare avanti con l’esercizio provvisorio fino a marzo», aveva sottolineato il sindaco Bruna Sibille.

Intanto però le novità della manovra Monti si sono fatte più precise e incisive sul bilancio comunale (e non in senso positivo). Così nei giorni scorsi Sindaco ed Esecutivo hanno presentato le novità e conferme dei contenuti del bilancio.

Addizionale Irpef. Rimanendo i 900.000 euro di tagli di trasferimenti statali e regionali già operati dalle manovre Berlusconi, la Giunta confermal’aumento dell’addizionale Irpef (finora a Bra era dello 0,6%). Per far sì che chi ha di meno contribuisca di meno, l’amministrazione Sibille ha confermato l’esenzione dall’addizionale Irpef per chi ha un reddito fino a 10.000 euro e ha modulato l’aumento in base a fasce di reddito. Per chi guadagna fino a 28.000 euro ora l’addizionale sarà dello 0,7%, da 28.001 a 55.000 sarà dello 0,75% e oltre i 55.000 euro dello 0,8%. In questo settore entra però una novità importante, costituita dall’“emendamento Ravenna” (si veda il box, ndr).

Istituzione dell’Imu. «L’Imposta municipale unica (Imu) in realtà dovrebbe essere chiamata Imposta statale sugli immobili», dice il sindaco Bruna Sibille, «visto che la maggior parte del gettito finisce allo Stato». Al Comune andrà infatti soltanto una quota pari al gettito del 2010, circa 5,2 milioni di euro, ma i cittadini braidesi in totale pagheranno oltre il doppio, visto che, hanno stimato gli uffici comunali, a Roma andranno altri 7 milioni di euro. Dunque, per le casse comunali nessuna maggiore entrata dall’Imu, se non applicando aliquote più elevate, ma la giunta Sibille ha deciso di utilizzare quelle base previste dall’approvando decreto Monti: 4 per mille per la prima casa e 7,6 per mille per tutti gli altri immobili (seconde case, capannoni, negozi, ecc.).

L’assessore al bilancio Gianni Fogliato confermatuttavia l’impegno assunto nelle scorse settimane a ridurre l’addizionale Irpef, qualora, sulla base del testo definitivo del decreto, vi fossero maggiori entrate per il Comune.

Ancora tagli. Il decreto Monti, oltre a non garantire maggiori entrate, per il Comune di Bra prevede ulteriori minori trasferimenti per 600.000 euro (che si aggiungono ai 900.000 euro in meno delle manovre estive di Berlusconi). Per fare fronte a questi tagli la Giunta ha deciso di ridurre di 300.000 euro gli investimenti in lavori pubblici e della stessa cifra le spese correnti.

Una vera e propria batosta, considerato che alcuni capitoli di spesa – come quella del personale, i canoni fissi, ecc. – per loro natura non sono “comprimibili”. «In soli due anni», sottolinea il sindaco Sibille, «il Comune di Bra ha subìto tagli dei trasferimenti statali e regionali per un totale di 1,7 milioni di euro, pari al 10% di tutta quella parte del bilancio su cui si può effettivamente sforbiciare».

Diego Lanzardo

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