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Le opportunità (e i pericoli) di Internet per i bambini

Con il terzo incontro, in programma alle 21 di venerdì 3 febbraio in sala Fenoglio, gli organizzatori di Genitori? Si può fare! hanno voluto affrontare uno degli argomenti che preoccupano di più i genitori di oggi: Internet e le relazioni della rete. Centro culturale San Paolo, Diocesi, NeuroAlbaBra e Biblioteca civica hanno deciso di evitare preconcetti e indagare il fenomeno attraverso l’occhio competente di due “animatori del web”: Lodovica Cima, scrittrice ed esperta di comunicazione, e Stefano Gorla (nella foto), padre barnabita, direttore del Giornalino e Gbaby, e animatore, insieme a Cima, di http://www.g-web.it/. Per “entrare in tema”, abbiamo rivolto alcune domande a padre Gorla.

Quali sono oggi le opportunità della rete per bambini e ragazzi?

«Le opportunità sono moltissime. La rete è come un’enorme città con spazi per apprendere, giocare, divertirsi, comunicare e anche riflettere. Uno spazio da vivere. E questo vale sia per i ragazzi che per le loro famiglie».

Spesso i genitori non conoscono il mondo di Internet quanto i figli, vi si accostano con difficoltà e, a volte, lo demonizzano. Quali sono i suoi reali pericoli e le sue virtù?

«Difficile fare un elenco esaustivo, che risulterebbe anche un po’ freddo. Il web non è né da demonizzare né da beatificare: è un’occasione, da sfruttare bene, da cogliere. Un linguaggio e uno strumento con cui stringere un’alleanza. È necessario prima conoscerlo e un po’ viverlo».

Come cambia (se cambia) il modo di scrivere per i ragazzi sul web rispetto alla carta stampata?

«Ogni mezzo ha il suo linguaggio specifico, la sua grammatica e la sua sintassi, anche il web e la comunicazione elettronica. Si tratta di conoscerlo e sfruttarne a fondo le possibilità, valorizzando le peculiarità come la celerità, la possibilità di rimandi immediati e arricchenti a testi, musiche, suoni, video e immagini».

Quali sono le richieste che più frequentemente vi giungono dai ragazzi? Oppure i bisogni non soddisfatti che denunciano?

«I ragazzi chiedono soprattutto relazione. Che ci sia qualcuno disposto ad ascoltarli, a condividere, a discutere, a camminare con loro. Chiedono, nelle forme più svariate, attenzione, e l’adulto ha il dovere (ma io direi soprattutto il piacere) di prenderli sul serio, di considerarli per quello che sono. I ragazzi chiedono ascolto, vero, profondo, rispettoso. Spesso invece gli adulti decidono autonomamente di che cosa hanno bisogno i ragazzi e non li ascoltano nei loro reali bisogni, magari tacitando coscienza e ragazzi stessi con freddi oggetti e scarsa attenzione». Chi volesse saperne di più può trovare sul link http://www.g-web.it/la-stanza-dei-grandi/per-la-famiglia/educazione/articolo/gioco-avventura-partecipazione.aspxla presentazione dell’avventura di G-web.

Valeria Pelle

Foto di Giancarlo Mollo

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