Gas, consumi record

Parliamo con Pierpaolo Carini, amministratore delegato del gruppo albese Egea.

Che cosa è accaduto la scorsa settimana quando, dopo il freddo inatteso, la Russia ha annunciato che avrebbe ridotto le esportazioni di gas verso l’Italia, Carini?
«Gazprom, la più grande azienda di fornitura di gas al mondo, si è ritrovata a far fronte a un’impennata dei consumi. Così, ha preferito soddisfare prima il fabbisogno interno, “sacrificando” le esportazioni. Ad esempio, in Italia le provvigioni provenienti dalla Russia hanno subìto una contrazione del 30 per cento. Un fatto spiacevole, ma non di entità tale da mettere a repentaglio il sistema energetico nazionale. Il gas che in questo momento consumiamo è quello proveniente dai magazzini di stoccaggio, riempiti in estate e di capienza sufficiente a fronteggiare bene questo tipo di emergenze».

Ad Alba e sul territorio come ci si è mossi?
«Il freddo improvviso ha “stressato” fortemente le linee di distribuzione. Alcuni paesi – Bossolasco, Santa Vittoria, Govone –, punti estremi della rete, sono rimasti temporaneamente privi di gas. Ringraziamo i cittadini per la pazienza dimostrata. Il problema è che abbiamo dovuto far fronte a una richiesta di oltre un milione di metri cubi di gas al giorno: circa il 38 per cento in più rispetto al picco massimo toccato lo scorso anno. Il record assoluto da quando sono a Egea».

Non eravate preparati a questa eventualità?
«Il freddo ha toccato punte ineguagliabili ed è stato duraturo. Inoltre, gli impianti termotecnici diffusi in Italia sono progettati per resistere a temperature minime di otto gradi sotto lo zero. A inizio febbraio siamo scesi sotto i venticinque gradi. Simili parametri meteorologici mettono a dura prova l’intero sistema».

Tirando le somme, per quanto riguarda la fornitura di gas, si può dire che l’Italia dipenda totalmente dalla Russia?
«Solo una parte del gas italiano proviene dalla Russia. Altre provvigioni derivano dalla produzione interna, poi dalla Norvegia, dall’Olanda, dall’Algeria, dalla Libia. Ad esempio, il gas albese arriva, per la maggior parte, dall’Olanda. Ciò accade per ragioni di “adiacenza” geografica. Le aree nord-africane, per capirci, forniscono il Mezzogiorno, mentre il gas russo confluisce tendenzialmente nel Nord-Est del nostro Paese».

Matteo Viberti

foto Marcato

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