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Levaldigi, un buco infinito

I soci dell’aeroporto di Levaldigi decidono… di non decidere. Erano presenti 18 dei 62 soci (tra questi Regione Piemonte, Provincia di Cuneo e Camera di commercio che rappresentano il 67% delle azioni), ma tutti con il portafoglio vuoto. Finora solo la Camera di commercio ha versato la sua quota, circa 350 mila euro, per tappare il buco di un bilancio 2011 che parla di 1,4 milioni di perdite, mentre almeno un altro milione è già in conto per il 2012.

Dal suo blog il sindaco di Alba, Maurizio Marello, indica la sua netta posizione: «Il Comune di Alba non aderirà all’aumento di capitale perché credo che, nell’interesse generale, sia bene che Levaldigi chiuda. Continuare a sostenere l’aeroporto cuneese significa mantenere in vita un soggetto in coma, sottoponendolo a un accanimento terapeutico ai danni dei contribuenti. Inoltre auspico che, a vent’anni da Tangentopoli, sarebbe bene fare chiarezza su una vicenda che ha molte analogie con il malaffare italico».

Levaldigi ha fatto volare, l’anno scorso 225.500 persone, un record per lo scalo, ma ne servirebbero 600 mila di viaggiatori per andare in pari. I soci hanno chiesto ulteriore tempo per decidere su come trovare le risorse per ricapitalizzare o per optare sulla liquidazione. La Regione è intenzionata a pagare ma, in epoca di tagli, deve trovare la maniera di “scucire”; la Provincia no. Eppure quasi tutte le forze politiche si sono espresse a favore dell’ennesimo salvataggio dello scalo, che tra le destinazioni nazionali ha solo Trapani e Cagliari.

g.s.

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