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L’imposta arriva in collina

Come sostiene il presidente del Consiglio Mario Monti tutti devono fare sacrifici per permettere all’Italia di uscire dalla crisi. Così, ecco arrivare, per la prima volta, già dal 2012, un’imposta sugli immobili agricoli. L’Imu, questa è la notizia, verrà richiesta anche al mondo contadino, viticoltori inclusi, che fino al 2011 ne erano esentati. La disposizione, in vigore, è contenuta nel decreto “salva-Italia”, il quale non fa distinzione rispetto al trattamento dei fabbricati rurali, a differenza di quanto avveniva con l’Ici – Imposta comunale sugli immobili oggi sostituita dell’Imu –, che li distingueva dai fabbricati per uso abitativo o commerciale.

L’imposizione ha lasciato perplessi gli agricoltori di tutta Italia e le organizzazioni di settore si stanno concentrando su un confronto con il ministro all’agricoltura Mario Catania. L’argomento colpisce anche ad Alba, in Langa e Roero. Anche i viticoltori, ad esempio, si trovano a dover pagare l’imposta, per loro nuova di zecca. Secondo le previsioni della Cia – Confederazione italiana agricoltori– se le colline sono state fin qui considerate zone svantaggiate al pari delle aree montane, nel 2012 un’azienda media, che possieda 3-4 giornate di vitigni, dovrà sborsare in media 700-800 euro d’imposta.

Dalle proteste che si sono scatenate dopo la pubblicazione della legge emerge una presa di posizione: gli agricoltori chiedono di operare distinzioni tra chi lavora a tempo pieno la terra e ne trae un reddito di sostentamento e chi vi opera nel tempo libero, conducendo un altro lavoro. Inoltre, secondo le confederazioni di categoria, vanno distinte la grande azienda – del vino o no – che, pur avendo notevoli disponibilità di terreno e fabbricati, ma risultando agricola, ha sempre beneficiato delle esenzioni, e la piccola impresa, che non potrebbe sopportare l’imposizione. Scendiamo ora nel tecnico. Per l’Imposta municipale unica, i fabbricati e i terreni rurali pagano come tutti. Nel caso delle abitazioni, alla rendita catastale si applicano le aliquote del 4 per mille per la casa principale (con detrazione di 50 euro a figlio convivente inferiore ai 26 anni) e del 7,6 per mille negli altri casi (al netto delle variazioni che possono essere effettuate dai Comuni). Nel caso invece degli immobili strumentali alle attività agricole l’aliquota è del 2 per mille, che il Comune può abbassare all’uno per mille.

Inoltre, per gli immobili rurali ancora oggi iscritti al Catasto dei terreni il decreto “salva-Italia” prevede l’obbligo di registrazione tra i fabbricati entro il 30 novembre 2012. Dato che per l’accatastamento c’è tempo fino alla fine di novembre e la prima rata dell’Imu va pagata entro giugno, potrebbero esserci proprietari che al momento del versamento non conoscono la rendita esatta su cui calcolare l’imposta: in questo caso, si dovrà pagare sulla base della rendita di un fabbricato similare, per poi calcolare il conguaglio, quando sia stato attribuito il valore catastale.

L’Imu, inoltre, riguarda anche i terreni agricoli, ai quali viene applicata l’aliquota ordinaria del 7,6 per mille.

Maurizio Bongioanni

Foto Marcato

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