L’imposizione ha lasciato perplessi gli agricoltori di tutta Italia e le organizzazioni di settore si stanno concentrando su un confronto con il ministro all’agricoltura Mario Catania. L’argomento colpisce anche ad Alba, in Langa e Roero. Anche i viticoltori, ad esempio, si trovano a dover pagare l’imposta, per loro nuova di zecca. Secondo le previsioni della Cia – Confederazione italiana agricoltori– se le colline sono state fin qui considerate zone svantaggiate al pari delle aree montane, nel 2012 un’azienda media, che possieda 3-4 giornate di vitigni, dovrà sborsare in media 700-800 euro d’imposta.
Dalle proteste che si sono scatenate dopo la pubblicazione della legge emerge una presa di posizione: gli agricoltori chiedono di operare distinzioni tra chi lavora a tempo pieno la terra e ne trae un reddito di sostentamento e chi vi opera nel tempo libero, conducendo un altro lavoro. Inoltre, secondo le confederazioni di categoria, vanno distinte la grande azienda – del vino o no – che, pur avendo notevoli disponibilità di terreno e fabbricati, ma risultando agricola, ha sempre beneficiato delle esenzioni, e la piccola impresa, che non potrebbe sopportare l’imposizione. Scendiamo ora nel tecnico. Per l’Imposta municipale unica, i fabbricati e i terreni rurali pagano come tutti. Nel caso delle abitazioni, alla rendita catastale si applicano le aliquote del 4 per mille per la casa principale (con detrazione di 50 euro a figlio convivente inferiore ai 26 anni) e del 7,6 per mille negli altri casi (al netto delle variazioni che possono essere effettuate dai Comuni). Nel caso invece degli immobili strumentali alle attività agricole l’aliquota è del 2 per mille, che il Comune può abbassare all’uno per mille.
Inoltre, per gli immobili rurali ancora oggi iscritti al Catasto dei terreni il decreto “salva-Italia” prevede l’obbligo di registrazione tra i fabbricati entro il 30 novembre 2012. Dato che per l’accatastamento c’è tempo fino alla fine di novembre e la prima rata dell’Imu va pagata entro giugno, potrebbero esserci proprietari che al momento del versamento non conoscono la rendita esatta su cui calcolare l’imposta: in questo caso, si dovrà pagare sulla base della rendita di un fabbricato similare, per poi calcolare il conguaglio, quando sia stato attribuito il valore catastale.
L’Imu, inoltre, riguarda anche i terreni agricoli, ai quali viene applicata l’aliquota ordinaria del 7,6 per mille.
Maurizio Bongioanni
Foto Marcato