Una storia lunga 10 anni e oltre ventimila coperti

Una cena al ristorante dell'istituto Velso MucciLa professoressa Brunella Margutta,dirigente dell’istituto di istruzione superiore Velso Mucci, è tra i fondatori della Rete dei ristoranti didattici, ufficializzata a Verona nello scorso mese di novembre.

Ereditando la dirigenza della Scuola alberghiera cittadina dal predecessore Benedetto Russo, ha anche continuato a seguire da vicino il Ristorante didattico, che ha ormai compiuto i suoi primi dieci anni.

Perché un Ristorante didattico nell’ambito del curricolo scolastico?

«Il bisogno da cui scaturisce l’esperienza del Ristorante didattico è quello di migliorare la qualità della formazione degli allievi e di offrire loro una preparazione che faciliti l’inserimento al termine del percorso formativo nel mondo del lavoro e a questo scopo l’esperienza del Ristorante didattico è fondamentale proprio perché utilizza una metodologia basata su esperienza pratica in un contesto “reale”».

Quali messaggi trasmette ai giovani in formazione questa esperienza?

«Insegna loro a partecipare alla gestione di un locale aperto al pubblico e in tale sede possono acquisire competenze tecnico-professionali, relazionali, organizzative; infatti i ragazzi partecipano alla gestione di un locale, dalla composizione di un menù, all’ordine delle materie prime, alla strategia promozionale e gestionale».

La vostra esperienza è stata imitata da molte altre scuole: quale sensazione vi dà questa “primogenitura”?

«Ci riempie di orgoglio sia perché è un grande riconoscimento per il nostro istituto che si è sempre contraddistinto per la vocazione nel campo dell’innovazione e della ricerca didattica, sia perché ci conferma che con questo progetto abbiamo saputo cogliere con lungimiranza che l’istruzione e la formazione devono saper guardare al futuro e devono saper adattare i curricoli formativi alle esigenze del territorio e del mondo del lavoro. Sicuramente essere modello e promotori della Rete nazionale dei ristoranti didattici è un gran bel riconoscimento».

Quante cene (più o meno) sono state servite in questi primi 10 anni? E quanti commensali vi hanno preso parte?

«Un programma ufficiale con una media di 30 serate l’anno con una media di 60 commensali, senza considerare i servizi esterni e le cene riservate a vari enti e associazioni della provincia.Un totale di oltre 20 mila pasti serviti».

L’evento più significativo che avete vissuto?

«Tanti sono stati i riconoscimenti e le presenze significative che potrei elencare, ma sicuramente proprio per la sua unicità ci ha riempito di soddisfazione essere stati scelti dalla tv giapponese per partecipare a una gara di cucina in uno spettacolo televisivo giapponese, che tra l’altro abbiamo vinto. È stata una esperienza unica per gli allievi e il docente che hanno partecipato e conserviamo orgogliosamente le due grandi e raffinate sculture lignee vinte proprio in quell’occasione ».

Valter Manzone

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