Broker in Ferrari e pensione minima

Un’ inchiesta congiunta dei Carabinieri di Alba e delle Fiamme gialle di Bra, coordinata dal procuratore Domenico Manzione, ha permesso di smantellare quello che i militari hanno definito come un sodalizio criminale dedito principalmente all’ usura, ma anche a truffa, ricettazione, riciclaggio di soldi sporchi, spaccio di sostanze stupefacenti e sfruttamento della prostituzione. Per gli inquirenti la figura chiave dell’operazione è quella di Gian Luigi Trinchero, 60 anni, pregiudicato di Cisterna d’Asti, il quale è stato arrestato in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale albese e successivamente rimesso in libertà. Agli arresti domiciliari sono finiti anche Gian Luca Rosselli, 32enne disoccupato albese accusato di spaccio di sostanze stupefacenti, e Pier Giorgio Riccardi, 55 anni, residente a Mango e accusato di usura e truffa aggravata. Anche loro sono poi tornati liberi. Le ordinanze cautelari, infatti, sono state eseguite tempo addietro, ma rese pubbliche solo ora.

L’indagine trae origine dal sequestro avvenuto nel 2010 di 5 kg di ketamina, uno dei quantitativi più ingenti mai rinvenuti nel Nord Italia. Si tratta di un potente anestetico usato per i cavalli, ma molto diffuso tra i giovani che frequentano i rave party in quanto utilizzato come droga per lo sballo. Per la vicenda sono stati rinviati a giudizio Bartolomeo Sarzotti, venditore di prodotti farmaceutici a uso veterinario di Bene Vagienna, e l’industriale maltese Keith Attard. Proprio indagando sulla vicenda i militari sono arrivati a Trinchero. Pur risultando allo Stato come un coltivatore diretto a riposo con una pensione di 450 euro mensili, l’uomo manteneva un tenore di vita ben al di sopra delle sue possibilità, potendo disporre di una Ferrari, una Jaguar e una Bmw.

Stando agli accertamenti della Guardia di Finanza, Trinchero, residente sino al 2005 in Costa Azzurra, avrebbe movimentato un giro d’affari di milioni di euro. L’Agenzia delle entrate gli contesta un debito nei confronti dell’erario in oltre 27 milioni, frutto di tasse non pagate tra il 1991 e il 2001, quando era titolare di un’azienda agricola in provincia di Asti. Al presunto usuraio, che si presentava come un broker finanziario, si contesta di aver prestato denaro a imprenditori o allevatori in difficoltà a tassi d’interesse sino al 120 per cento, nonché diverse truffe. Secondo gli inquirenti l’uomo si sarebbe fatto consegnare cospicue somme, facendo credere alle vittime che avrebbe provveduto a liquidare i creditori e interrompere le esecuzioni immobiliari o procedure di fallimento. Nell’inchiesta sono coinvolte altre sei persone: due astigiani, uno dei quali è titolare di un noto night-club al cui interno si sarebbero fatte prostituire giovani ragazze dell’Est, un braidese, un residente a Torino, un cittadino di Alassio e Bartolomeo Sarzotti, questa volta indagato per usura. Nella vicenda riveste un ruolo anche uno dei prodotti simbolo di Alba, ovvero il tartufo. Infatti, secondo gli inquirenti i protagonisti dell’inchiesta, parlando al telefono dei prestiti, utilizzavano abitualmente il termine “trifole” per riferirsi alle cambiali o agli assegni.

Roberto Buffa

foto Corbis

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