La scherma femminile ad Alba

Valentina, fioretto mondiale

Atleta italiana vincente, Valentina Vezzali è, a trentotto anni, prima nella classifica mondiale di fioretto femminile. Capitana della squadra italiana, Vezzali ha iniziato a praticare il nobile sport a sei anni, collezionando da allora una lunga serie di titoli e medaglie. Tra le sue vittorie, dieci edizioni di Coppa del mondo e tre ori olimpici individuali, uno di seguito all’altro. L’ultima olimpiade, quella di Pechino, l’ha vista salire sul gradino più alto del podio a solo due anni da un’operazione al ginocchio che avrebbe messo a dura prova la carriera di qualsiasi atleta. Sposata, con un figlio, Vezzali si sta allenando per i giochi olimpici di quest’anno, che si terranno a Londra. Gazzetta l’ha incontrata presso la fondazione Ferrero, dov’è stata ospite la scorsa settimana.

La sua passione è nata quando era bambina, perché proprio la scherma? «A cinque anni ho curiosato nella palestra in cui si allenava mia sorella maggiore: era lei che praticava la scherma. È stato amore a prima vista: a sei anni ho iniziato e a sette ho avuto il mio primo successo, il trofeo Fumi, nella categoria “prime lame”.

Non crede che, almeno in Italia, l’attenzione sia spesso rivolta ai soliti sport? «Tutti gli sport, dalle discipline più note a quelle meno note, regalano le stesse emozioni allo spettatore. Dovrebbe essere fatta una sorta di campagna per trasmettere agli italiani questo messaggio, far capire loro che gli sport sono uguali. Mi auguro che le discipline più svariate possano acquisire sempre maggiore spazio, affinché riescano a entrare nella cultura e il pubblico possa imparare ad apprezzarle. C’è molto lavoro da fare in questo senso, ma credo che le cose stiano cambiando, da dieci anni a questa parte: gli sport che una volta erano meno visibili stanno acquistando notorietà, soprattutto grazie agli atleti, che riescono a ottenere risultati e portare alla ribalta la propria disciplina».

Ma discipline come la sua, che richiedono strumenti ben più costosi di un pallone, non sono accessibili a tutti. «Purtroppo la situazione che sta vivendo l’Italia in questo momento è drammatica e molti possibili talenti non possono praticare simili attività. Si dovrebbe riuscire a premiare il merito, tramite associazioni e fondazioni. In questo senso merita un plauso il progetto Kinder+sport, che si propone di formare i campioni di domani e diffondere, fin dalle scuole primarie, pratiche come la scherma, la vela e il windsurf».

Si è parlato in questi giorni, anche grazie a un’inchiesta delle Iene, di problemi alimentari nelle scuole di danza. È una problematica diffusa anche in altri ambiti sportivi? «La bulimia e l’anoressia non sono diffuse nelle sale di scherma. Ma ci sono discipline in cui limitarsi nel cibo è richiesto: è triste e non dovrebbe accadere. Al contrario, lo sport dovrebbe permettere a chi lo pratica di mangiare tutto in maniera equilibrata, di lasciarsi andare qualche volta e togliersi uno sfizio; insomma, gli sportivi dovrebbero essere sereni e liberi».

Chiara Cavalleris

Anziani Ferrero, in guardia

«Ora proviamo il saluto», annuncia Valentina Vezzali, capitana della Nazionale di fioretto femminile, tra i corridoi della fondazione Ferrero. Di fronte a lei, Nicola Blundo, fotografo, che si è offerto per la dimostrazione. Con il fioretto in mano, si appresta a fare un inchino, tra i tanti anziani della Ferrero, spettatori di un esperimento per certo spassoso. Vezzali gli indica la giusta posizione delle gambe a inizio gara, poi tende il braccio e alza il fioretto. Qualcuno non la riconosce, ma è sicuro di averla vista nella pubblicità della Kinder.

Tra gli spettatori, le compagne di squadra di Valentina: Elisa di Francisca, Arianna Errigo e Ilaria Salvatori. Chiacchierano, fanno autografi, passeggiano e salutano i tanti veterani dell’azienda che vi svolgono attività ludiche e sportive. Sorridenti e affabili, le quattro atlete, ad Alba venerdì 9, proprio non si danno il tono di chi vanta successi incontrastati a livello mondiale. «Questa è la Dream team», spiega Giorgio Caruso, addetto stampa della Federazione italiana scherma, mentre le atlete, al buffet, si riempiono il piatto di Castelmagno, cognà e carne cruda battuta al coltello. «La squadra è composta dalle prime quattro giocatrici al mondo; dal 2008 queste ragazze hanno perso solo due assalti. Elisa, Valentina, Arianna e Ilaria sono le numero uno, due, quattro e sei al mondo per numero di vittorie». Ambasciatrice dal 2009 del progetto Kinder+sport, impegnato a sostenere i ragazzi, fin dalla giovane età, nella pratica delle attività sportive più svariate, Valentina Vezzali pensa al suo bambino, Pietro, di sette anni, che avrebbe tanto voluto visitare la Ferrero, patria delle sue merendine preferite. «Ma mir aggiungerà questa sera », commenta, «non poteva perdere la scuola ».

c.c.

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