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TOUCH FOR AUTISM per 40

Parliamo con Franco Fioretto, direttore della struttura complessa di neuropsichiatria infantile dell’Asl di Cuneo-Mondovì. Il 23 aprile nell’ambulatorio monregalese verrà inaugurato Touch for autism, un progetto pionieristico in Italia, finanziato tra gli altri con l’intervento della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo.

Il paziente autistico può possedere capacità “straordinarie” e molto specifiche. Può farci qualche esempio, Fioretto? «Due diffuse caratteristiche dell’autismo sono l’isolamento sociale con bizzarrie di comportamento e le capacità intellettive ipersviluppate e settoriali. Un paziente è talvolta in grado di eseguire qualsiasi operazione a mente e di essere più veloce di una calcolatrice oppure capace di dire il giorno preciso (ad esempio, domenica), rispetto a una data richiesta dal terapeuta (ad esempio: 4 marzo 1957). Sovente però si tratta di competenze poco utili nella vita quotidiana».

Quanto è diffusa la patologia a livello locale? «Secondo i dati aggiornati a fine 2010, i pazienti in Piemonte sono circa 3.000 se si considera la fascia anagrafica dagli 0 ai 30 anni. L’incidenza infantile è di circa un caso su 250 bambini. I minori colpiti residenti nel territorio dell’Asl Cn1 sono 216, con una prevalenza pari a 2,9 casi su mille (fascia 0-18 anni). Nell’Asl Cn2 gli autistici sono 61, con una prevalenza di 2,2 casi su mille (fascia 0-18 anni). Dunque, in provincia di Cuneo, i minori autistici sono almeno 277».

Perché come strumento terapeutico vengono utilizzati gli oggetti più che le parole? «A causa delle problematiche relazionali e interpersonali, i ragazzi autistici hanno bisogno, per apprendere e comunicare, di strategie di tipo visivo più che linguistico. Amano molto lavorare al computer: anzi, il rischio su questo fronte è che utilizzino lo strumento informatico per isolarsi e allontanarsi ulteriormente dal mondo più che per avvicinarsi».

Nella vostra struttura verrà ora implementato il progetto Touch for autism. Di che cosa si tratta?«Le tecnologie touch – che prevedono un’interazione tattile e quindi semplificata con lo schermo – rendono il processo di apprendimento più agevole, facilitano l’approccio e il risultato. A partire dal 2010 abbiamo immaginato l’allestimento di un laboratorio touch, caratterizzato da un tavolo riabilitativo dotato a sua volta di uno schermo a interazione tattile. Il 23 aprile verrà inaugurato il progetto: riprodurremo virtualmente le attività che già facevamo fisicamente. Ad esempio, utilizzeremo pittogrammi spagnoli per favorire la comunicazione. In più, è prevista l’implementazione di un software per tablet individuali. I tablet potranno essere portati anche a scuola e disporranno di applicazioni precise: i ragazzi potranno ad esempio attivare alcune liste di istruzioni delle cose da fare, piccoli video che spiegano come comportarsi in ogni contesto (come al ristorante). Touch for autism terminerà nel dicembre 2013 e in tutto coinvolgerà una quarantina di ragazzi autistici. Si tratta di un progetto unico in Italia».

Matteo Viberti

foto Corbis

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