Cerruti: Adesso serve coraggio

Felice Cerruti, presidente di Banca d’Alba, in vista dell’assemblea dei quasi 38 mila soci prevista per il 27 maggio, ha due assi nella manica, uno culturale, l’altro strategico: il restauro del “Martirio di San Lorenzo” e la fusione con la Banca del Canavese

L’INTERVISTA – Felice Cerruti, presidente di Banca d’Alba, in vista dell’assemblea dei quasi 38 mila soci prevista per il 27 maggio in piazza Medford, ha due assi nella manica: il Martirio di San Lorenzo – il capolavoro di Tiziano Vecellio, restaurato con una spesa di 200 mila euro ed esposto nella sede di via Cavour fino a dicembre – e la fusione con la Banca del Canavese. Uno stimolo culturale e uno strategico per rendere Banca d’Alba, come asserisce il Presidente, «ancor più leader tra gli istituti di credito cooperativo italiani». Per la nuova “alleanza” – sancita domenica dall’assemblea dell’istituto canavesano – Cerruti assicura: «Sarà un modello di gestione positivo, che dalle Langhe e dal Roero arriverà fino ai laghi d’Orta e Maggiore, passando per Torino e Ivrea». Alla vigilia dell’assemblea albese abbiamo intervistato Cerruti.

Nonostante il momento di crisi economica, Banca d’Alba sorride, Presidente? «Nel 2011 ci siamo concentrati su famiglie e piccole e medie imprese, che hanno risposto con fiducia: la raccolta è cresciuta dell’8 per cento rispetto al 2010, nonostante il difficile momento economico, contro la media nazionale dell’1 per cento. E anche gli impieghi sono in aumento del 5 per cento (ma lo erano del 9 nel 2010, ndr), con 280 milioni di euro immessi nell’economia del territorio, quasi 10 mila pratiche di finanziamento deliberate e oltre 5 mila mutui erogati. L’esercizio chiude con un aumento dei volumi (6.898 milioni di euro), che certifica la salute della banca, seconda a livello nazionale, dopo la Bcc di Roma, con un utile di 9,2 milioni di euro».

Anche in Langa e Roero c’è timore a investire? «Sì. Sebbene noi diciamo che bisogna avere coraggio. La nostra zona eccelle nel turismo, nelle esportazioni e nell’agricoltura. Su queste eccellenze tutti, banche e imprese, dobbiamo investire. Bisogna invertire il modo di pensare, tornare alla voglia di fare di ieri. Bisogna avere il coraggio di avere coraggio».

Lei ha fiducia nel futuro? «Certo, ho fiducia nel futuro, anche se non prevedo grandi mutamenti a livello economico nel breve termine».

Qualche anno ancora? «I prossimi mesi saranno difficili, poi, nel 2013 forse si fermerà la discesa. Di lì in poi, potremo pensare a recuperare terreno».

Vede il cambiamento? «Vedo giovani che hanno voglia di mettersi in proprio».

Vede azioni concrete da parte del Governo, capaci di creare fiducia? «Nel contesto attuale le azioni possono essere solo due: la pubblica Amministrazione deve pagare e lo Stato investire, avviando le grandi opere».

Lo sta facendo? «C’è una nuova sensibilità. E noi ci inseriamo in questa convergenza, anticipando i crediti verso la pubblica Amministrazione, per dar fiato alle imprese».

Anche il sistema bancario nazionale ha molte pecche, non le pare? «Si incomincia a fare buona finanza».

All’assemblea di domenica presenterete la fusione con la Banca del Canavese. C’è qualche problema? «Si tratta di un’opportunità importante per entrambi gli istituti. La Banca del Canavese ha solide radici ultracentenarie e qualche problema di organizzazione e gestione. Forse alcuni soci hanno le preoccupazioni che ebbero quelli delle Casse rurali di Vezza, Diano e Gallo di Grinzane quando si decise di dar vita a Banca d’Alba, 15 anni or sono, ma in prospettiva si intravedono ottime economie di scala».

Che cosa pensa del Governo di Mario Monti? «Ha molte “gatte da pelare”. E non è detto che riesca a risolverle tutte, nonostante il buon inizio. Era necessario intervenire con provvedimenti di rigore, poco popolari, ma in questo momento bisogna indirizzare la ripresa su basi solide».

E Monti lo sta facendo? «Si è iniziato con il Sud. Ora speriamo nelle grandi opere».

Quali sono le sue previsioni sulla Grecia? «Al 50 per cento sarà fuori dall’euro, poiché le prossime elezioni saranno vinte con tutta probabilità da chi ha avversato le misure di rigore imposte dall’Europa».

Le conseguenze? «Per i greci, una tragedia».

E per noi? «Ci sono banche europee – alcune italiane, ma non Banca d’Alba – che hanno investito in Grecia. Peraltro, l’uscita dall’euro dovrebbe essere attentamente seguita dall’Ue».

Maria Grazia Olivero

foto Marcato

 

FUSIONE – La Banca del Canavese ha detto sì

“Domenica 20, a Strambino, si è tenuta l’assemblea dei soci della Banca del Canavese. Il presidente Gianni Cucco e il direttore generale Pierpaolo Toma hanno spiegato le tappe attraverso le quali si è arrivati al progetto di fusione con Banca d’Alba. I 480 soci presenti, che ne rappresentavano per delega altri 375, si sono espressi a larga maggioranza a favore della fusione: 852 voti favorevoli, 2 astenuti, 1 contrario. La decisione assunta dalla Banca del Canavese, in misura così significativa, rappresenta un fondamentale passaggio del processo di fusione. Il presidente e il direttore generale di Banca d’Alba, Felice Cerruti e Riccardo Corino, sono intervenuti come ospiti e hanno precisato che il prossimo passaggio è fissato per domenica 27 maggio ad Alba, quando anche i 38 mila soci saranno chiamati a esprimersi. Qualora il loro parere sia favorevole, nascerà un nuovo istituto, che si chiamerà Banca di credito cooperativo di Alba, Langhe, Roero e del Canavese. La Banca conterà su 500 dipendenti ed estenderà la sua continuità territoriale da Imperia al lago d’Orta, con 66 filiali in 7 province del Piemonte e della Liguria.

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