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«Gli ogm? Non servono»

Il ministro dell’agricoltura Mario Catania è intervenuto all’Università di scienze gastronomiche

POLLENZO – È stata breve la visita del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Mario Catania – chiamato a partecipare a un Consiglio dei ministri convocato d’urgenza dal presidente Mario Monti – martedì scorso all’Università di scienze gastronomiche. Tuttavia, prima nella lectio magistralis e poi nei rapidi scambi di battute con studenti, giornalisti e rappresentanti degli imprenditori del settore agroalimentare italiano, ha toccato con efficacia numerose tematiche di attualità in campo agricolo, dimostrando una conoscenza della materia frutto della sua ultratrentennale attività di dirigente proprio al Ministero dell’agricoltura (il suo ultimo incarico è stato quello di capo del Dipartimento delle politiche europee e internazionali).

Come cambiare la Pac. «La Pac (la Politica agricola comunitaria) in atto oggi è basata sul principio del disaccoppiamento, ovvero i contributi erogati dall’Ue non sono legati alla produzione, ma alla superficie fondiaria. Così si sono create delle distorsioni che hanno avvantaggiato i grandi proprietari terrieri. Stiamo lavorando per correggere questo approccio, ma ci sono molte resistenze e occorrerà trovare una mediazione. La nostra richiesta è quella di consentire ai singoli Stati, in particolari situazioni, di unire il contributo alla produzione per incentivarla: è il caso ad esempio del grano duro italiano (utilizzato per produrre la pasta) prodotto in quantità inferiore alla richiesta».
Produrre cibo non combustibili. «La mia richiesta al commissario europeo all’agricoltura Ciolos è restituire alla terra il suo obiettivo primario di essere lavorata per produrre cibo e non combustibili o energia. Abbiamo bisogno di un’agricoltura imperniata sul cibo, la cui dimensione sia direttamente collegata al territorio. Nella società occidentale il vero grande assente è il cibo, nonostante il bombardamento mediatico, perché manca la percezione della relazione profonda tra cibo e uomo e tra cibo e territorio».

I giovani in agricoltura. «La partita dei giovani e delle politiche a loro sostegno è fondamentale, ma fino a oggi i timidi tentativi dell’Unione europea non sono andati a buon fine. Oggi i giovani guardano con rinnovata speranza ai lavori agricoli ed è nostro compito adeguare la redditività di questo settore alle esigenze richieste dal contesto sociale ed economico attuale. Il negoziato sulla Pac è importante, ancora una volta sicuramente avremo un’agricoltura migliore, ma forse non quella che vorrei io e che vorrebbe Carlo Petrini».

 Gli ogm. «Finora non è stato dimostrato che i prodotti agricoli geneticamente modificati siano pericolosi dal punto di vista sanitario. Tuttavia dobbiamo porci una domanda: abbiamo dei vantaggi a utilizzarli? Gli ogm non danno alcun plusvalore al nostro sistema produttivo, che trova invece ricchezza valorizzando le diversità a partire dalle caratteristiche del territorio. Gli ogm rendono poi gli agricoltori subalterni alle multinazionali».
Le quote latte vanno pagate. «Sulla questione delle quote latte va detto che le regole esistono e vanno rispettate. Le procedure per riscuotere le multe sono molto macchinose e richiedono tempo, ma non c’è alcun motivo perché non vengano pagate da chi ha superato le quote».

Vino e vigne. A livello europeo nel 2015 dovrebbe terminare l’attuale sistema che permette di piantare una nuova vigna solo se in possesso di “diritti di impianto”, legati all’espianto di vecchie vigne o acquistati da altri produttori. Il Ministro ritiene che sia un sistema «il quale ha permesso un equilibrio nella produzione, evitando eccessi. Quindi, seppure con formulazioni diverse, stiamo lavorando per scrivere una norma europea che leghi comunque l’impianto di nuove vigne al possesso di un diritto precedente».

 Diego Lanzardo

foto Marengo

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