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Sylvano Bussotti ospite all’Alba music festival

Il celebre maestro toscano in San Giuseppe per una masterclass sabato 2 giugno

L’Alba music festival ospiterà Sylvano Bussotti, eclettico artista conosciuto soprattutto nel settore della musica contemporanea, che l’ha reso celebre a livello internazionale. Parliamo di un “artista”, perché definirlo musicista sarebbe riduttivo: nella sua lunga carriera è stato anche pittore, sceneggiatore e regista teatrale. La sua è una musica che rompe gli schemi del tradizionale spartito musicale assumendo la dimensione pittorica. Un suo manoscritto non è semplicemente un insieme di note e dinamiche che vanno tradotte in musica, ma un’opera che va analizzata, interpretata e liberamente eseguita. Nella sua arte si fondono quindi teatro, musica e pittura.

La masterclass, che si terrà alle 15 di sabato 2 giugno nella chiesa di San Giuseppe, sarà l’occasione per incontrare un protagonista della storia musicale del Novecento. Sylvano Bussotti (a ottant’anni compiuti) continua a girare l’Italia con entusiasmo. Da poco ha infatti assistito a una sua prima sinfonica a Bologna ed è stato ospite di un workshop a Napoli. A Torino – il 5 giugno – sarà protagonista con una sua prima assoluta al teatro Vittoria nella rassegna Antidogma. Alba music festival gli riserva la serata di sabato (alle 21 in San Domenico) in cui Prase a trois per trio d’archi sarà eseguita dallo Young artists lab diretto da Debbie Greitzer.

«Il pezzo proposto all’Alba music festival per me è normale; non so poi se lo sia anche per gli altri», spiega il maestro. «È sì scritto su tre pentagrammi, ma questi tendono a uscire da se stessi. A una certa battuta, il pentagramma da orizzontale comincia a incurvarsi, a diventare verticale». Questo però non deve spaventare o far pensare che si tratti di una scrittura poco curata, magari a un gioco da ragazzi. Dietro a ogni composizione c’è un lungo ragionamento che può essere compreso dall’esecutore solo dopo un’attenta analisi della partitura.
L’esecutore ha sì alcuni scampoli di libertà, ma rimane una precisa intenzione: «L’opera va sempre eseguita con perizia», precisa Bussotti. «Già Horowitz (uno dei più grandi pianisti della prima metà del ’900, nda) interpretava le complesse scritture dei compositori della Scuola di Vienna con la stessa cura con cui affrontava un concerto di Schumann».

Nelle opere di Bussotti è chiaro il riferimento alle arti pittoriche, soprattutto a quegli artisti che trasponevano nei loro quadri la materia musicale: «Non è difficile immaginare che un artista del calibro di Paul Klee, oltre a essere un benemerito pittore, fosse anche un eccellente violinista. La pittura si è sempre nutrita della musica, come insegna l’esperienza estetica di Kandinskij. Nella mia musica rimangono le vicende di questi e di altri pittori, l’elemento visivo non può quindi prescindere da quello sonoro».
L’arte vive quindi una continua commistione, in un’eterna presenza di più livelli e come tale va pensata e fruita. «La musica non ha una direzione precisa», scherza il maestro. «Al massimo si sposta con me». Essa acquisisce una sfumatura nuova che si contorna anche dell’elemento casuale. L’aleatorio nella musica di Bussotti è un elemento importante ma non il più caratteristico: «Nella musica vive anche l’inaspettato, c’è sempre uno spiraglio che viene lasciato aperto alla meraviglia; la stessa meraviglia che il teatro seicentesco metteva in scena attraverso quei meccanismi meta-scenici (sempre guidati da mani sapienti) che ricreavano, ad esempio, gli schizzi delle onde marine con della segatura».
Bussotti rimane un protagonista del Novecento musicale che ha incontrato le più affascinanti figure della musica contemporanea. Su tutti John Cage, che, ricorda scherzosamente, «fu anche ospite di Mike Bongiorno a Lascia o raddoppia. È in quell’occasione che ha presentato sulla Rai alcuni dei suoi pezzi più famosi, come Water walk e Sound of Venice». Aggiungiamo che Cage dal buon Mike si presentò però, a sorpresa, non come imbattibile perito in quelle discipline musicali che l’avevano reso celebre, ma come esperto micologo.

Alessandro Costa

Foto Ansa

Il programma dei concerti

Martedì 29 maggio, ore 17.30, chiesa della Maddalena: Young artists lab – La création du monde; ore 21, San Domenico: Viaggio in Europa. Mercoledì 30, ore 17.30, chiesa della Maddalena: Where the trumpet blows; ore 21, San Domenico: Chamber recital. Giovedì 31 maggio, ore 17.30, chiesa della Maddalena: La danse et les sortilèges; ore 21, San Domenico: Wien, meine Liebe. Venerdì 1° giugno, ore 17.30, chiesa della Maddalena: Road music; ore 21, San Domenico: Spartacus. Sabato 2 giugno, ore 15, San Giuseppe: Music master, incontro con Sylvano Bussotti; ore 20, San Domenico: Young artists lab: uno spazio pre-concerto dedicato ai giovani artisti per introdurre e presentare il lavoro di formazione svolto durante le due settimane di Festival, nel quale convergono studenti da cinque differenti università e istituzioni musicali americane. Coordina l’esecuzione Debbie Greitzer. Alle 21, The lark ascending. Domenica 3 giugno, ore 11, San Giuseppe: Vento del nord; ore 20, San Domenico: Young artists lab e, alle 21, Le baruffe, Simona Colonna, voce e violoncello, Orchestra filarmonica di Stato della Romania. Ingresso libero. Informazioni: 0173-36.24.08, www.albamusicfestival.com.

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