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La Fondazione punta ai giovani

L’INTERVISTA Quali sono, a suo avviso, le vie d’uscita dalla crisi economica che blocca il Paese, presidente Falco?  «La Fondazione, in particolare grazie al lavoro di esplorazione del Centro studi e alla programmazione pluriennale in cui è impegnato il Consiglio generale, sta cercando di contemperare i necessari interventi di risposta all’emergenza con iniziative di medio-lungo periodo, che diano futuro ai giovani. Tra queste, al primo posto, vi è l’istruzione, per la quale abbiamo in campo un ampio ventaglio d’iniziative: l’innovazione didattica nelle scuole, l’educazione civica ed economica anche in ottica internazionale, la formazione professionale, il sostegno ai poli locali degli atenei torinesi e il finanziamento della ricerca applicata. Inoltre, la Fondazione si sta impegnando a stimolare lo sviluppo della green economy in provincia».

Quale ruolo gioca la crisi della politica nella soluzione dei problemi?  «Nelle realtà umane il governo delle dinamiche, soprattutto in momenti di crisi economico-sociale, è fondamentale e in democrazia la politica è il motore delle decisioni che cercano di contrastare le difficoltà. La politica italiana è in crisi da tanti anni e ciò complica il quadro già di per sé difficile, anzi la sua incapacità di decidere guardando avanti e non solo al giorno dopo è stata ed è uno dei motivi dello stato in cui versa l’Italia».

Come giudica l’azione del Governo di Mario Monti?  «Monti è stato chiamato a supplire all’inadeguatezza della classe politica a rispondere in tempi rapidi all’urgenza dei temi posti dalla crisi. In linea generale non è un buon segnale per la democrazia rivolgersi, sostanzialmente al di fuori del Parlamento, a persone che non abbiano palesemente casacche politiche e non elette dal popolo. I problemi che ha il Paese sono stati indagati a fondo; nel dopoguerra abbiamo avuto trent’anni di eccezionale espansione economico-sociale, vent’anni di tumultuosa crescita del debito pubblico, quindici anni di crescita nulla, gli ultimi anni di sostanziale recessione. Il contesto nel quale opera Monti è questo e pertanto non si possono pretendere miracoli. Mi aspetto che nel breve tempo a sua disposizione ponga le basi per il rilancio dell’economia, il ridimensionamento della spesa pubblica e l’attenzione alla coesione sociale. Il mio giudizio è positivo in considerazione anche del “coefficiente di difficoltà”, come si usa dire in certe discipline sportive».

 I cuneesi hanno ancora una “marcia in più”?  «La fondazione Cassa di risparmio di Cuneo è a fianco della sua comunità di riferimento, soprattutto dei giovani e dei deboli, per ricostruire un clima di fiducia nelle istituzioni e non far vincere quelli che le vorrebbero deboli, per manipolarle a piacere e fare gli interessi propri e del proprio clan. I cuneesi hanno tante armi da giocare nei momenti difficili: la coesione sociale, lo spirito imprenditoriale, le istituzioni sane, una buona classe dirigente soprattutto a livello comunale. Tutto ciò si può perdere, se non lo si cura giornalmente, con fatica e dedizione. La “marcia in più” non è per diritto divino, ma la si guadagna sul campo».

Maria Grazia Olivero

Un milione e 800 mila euro contro la crisi

Il Piano straordinario 2011 ha previsto aiuti per le emergenze: povertà, casa, credito, lavoro

In un momento di crescente difficoltà economica, com’è intervenuta la Fondazione, Presidente?  «La fondazione Crc nel 2011 ha erogato sul territorio provinciale oltre 25,5 milioni di euro, per il 20 per cento attraverso progetti propri e bandi, per la quota restante rispondendo alle richieste provenienti dalle comunità di riferimento. Alcune tra le iniziative sostenute hanno una valenza specifica di contrasto alla crisi economica e sociale in atto. Innanzitutto il Piano straordinario crisi 2011, del valore di 1,8 milioni di euro, articolato in varie misure di aiuto in campo sociale: il sostegno all’emergenza povertà con 134.000 euro, il progetto EmergenzaCasa (contrasto all’emergenza abitativa, per la prevenzione e la gestione delle situazioni di sfratto) con 623.000 euro, il progetto EsperienzaLavoro (140 tirocini retribuiti di 6 mesi) con 600.000 euro, il rafforzamento del progetto di microcredito Fiducia con 100.000 euro e il sostegno finanziario alle cooperative sociali con 300.000 euro. Sul fronte dell’aiuto al rilancio dell’economia provinciale significative sono le iniziative messe in campo: in particolare il progetto Impresa con Garanzia, realizzato con la Camera di commercio, di riassicurazione dei confidi, con 1 milione di euro stanziati a fine 2010 e un probabile nuovo impegno nel 2012; il progetto microcredito per lo startup d’impresa, realizzato con la Regione, a cui abbiamo destinato 300.000 euro».

Come vi siete mossi per l’albese?  «Nel 2011 la Fondazione ha destinato 5,3 milioni di euro all’albese in risposta alle richieste degli enti e delle associazioni, oltre alle iniziative nell’ambito dei progetti propri e dei bandi, stimabili in un milione di euro».

Quali sono stati i più importanti interventi della Crc per la nostra area?  «Cito le due grandi mostre a cui abbiamo collaborato in modo sostanziale, Morandi. L’essenza del paesaggio con la fondazione Ferrero e Le Langhe di Camillo Cavour con il Comune di Alba. Come interventi strutturali ricordo il recupero del complesso della Maddalena (600.000 euro destinati nel 2011 e 700.000 nel 2012), il contributo di 450.000 euro per il completamento del centro anziani di Canale, numerosi interventi di messa in sicurezza o ristrutturazione di istituti scolastici ad Alba e nell’albese, oltre a 886.000 euro destinati al campo della salute. Attenzione particolare è stata posta alle iniziative culturali, colpite dai tagli delle risorse pubbliche: tra queste il festival Collisioni, il premio internazionale Bottari Lattes Grinzane, il Pavese festival a Santo Stefano Belbo».

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