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La versione che non t’aspetti

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Aristotele al classico, ma anche temi d’attualità scontati e seconde prove difficili: l’esame di maturità visto dai ragazzi

«Eugenio Montale è noto soprattutto come poeta. Merita però di essere ricordato anche come prosatore»: iniziava così il breve commento al passo proposto dal Ministero dell’istruzione per l’analisi del testo della maturità. I 740 studenti albesi che stanno affrontando l’esame di Stato – 23 sono stati i “non ammessi” – mercoledì 20 giugno hanno sgranato gli occhi di fronte alla prosa di Montale, avendone studiato, nel denso programma dell’ultimo anno, solo la poetica.

È l’anno delle scelte inaspettate, dalla prosa di un celebre poeta al famigerato Aristotele. Correva l’anno 1978 quando il «filosofo dell’immanenza» veniva tradotto dai maturandi del classico; 34 anni dopo i ragazzi si sono misurati con un brano tratto dal De partibus animalium, proposto con il titolo Non il caso ma la finalità regna nelle opere della natura. E gli studenti del Giuseppe Govone, liceo albese, non si dichiarano meno delusi dei loro coetanei. Qualcuno di loro, forse, credeva di salvarsi con il commento al testo, riservato agli allievi della sezione internazionale, che, con qualche ora in meno di traduzione in classe partono in svantaggio. Ma il commento di un testo ne presuppone la comprensione o perlomeno la traduzione; il passo per di più tratta di fisica e la conoscenza di nessi filosofici.

 D’altro canto, molti ragazzi lamentano la prevedibilità di alcune scelte, in riferimento ai testi proposti in prima prova: tra l’articolo su I giovani e la crisi e il tema libero sulle sfide delle nuove generazioni, in aula si è avuta l’impressione di non essere considerati abbastanza maturi per affrontare temi che fuoriescano dai “problemi” dei diciottenni. «Rischiavo di cadere nella banalità»; «Avrei scritto cose ovvie»; «Non avrei dimostrato il meglio con un argomento simile»: commentano così al riguardo i maturandi albesi, la maggior parte dei quali ha optato, per non ripetere la tiritera del lavoro precario e della post-adolescenza non poi così serena, per argomenti più “tecnici”, rimanendo con i piedi per terra tra politica, storia e scienza.

Il bilancio è negativo, secondo l’opinione prevalente dei ragazzi, anche per la prova successiva, più difficile rispetto all’anno scorso: lo psicopedagogico passa dalla Montessori, trattata lo scorso anno, a un confronto tra «l’apprendimento personalizzato e trasmissione del sapere codificato con un brano di Giuseppe Longo e David Miliband», mentre lo scientifico si è dovuto cimentare nell’applicazione del teorema di Lagrange. Poche sorprese al liceo Leonardo da Vinci: gli studenti hanno dovuto scegliere, prima di vedere le tracce, la lingua straniera: l’inglese il più quotato, mentre pochissimi hanno optato per il tedesco. Ieri, lunedì 25 giugno, è stato proposto il quiz di domande aperte o a crocette; le materie in gioco sono state tre o quattro, a discrezione della commissione d’esame.

Novità assoluta dell’esame di Stato il plico on line: le tracce della maturità non sono state consegnate a mano dai Carabinieri, ma inviate via web e scaricate in ciascuna scuola attraverso una password. Pare che il nuovo sistema non abbia creato problemi; in caso di malfunzionamento era previsto un “piano B”: l’invio del plico via fax dal Provveditorato agli studi di riferimento. Un successo che va a compensare il bilancio non troppo positivo di questa maturità.

Immancabile l’imprevisto all’italiana: la seconda novità di quest’anno, la «commissione on line» è stata un flop colossale. I commissari e i presidenti avrebbero dovuto essere agevolati da un programma guida per la compilazione dei verbali, in grado di velocizzare il loro lavoro. Peccato che il sistema sia stato inagibile per quasi tutta la giornata del 20 giugno per «cause tecniche».

Chiara Cavalleris

IL MINISTRO «Stop alle lamentele, piuttosto si pensi a quanto si è studiato durante l’anno»

«Basta lamentarsi, piuttosto si rifletta su quanto fatto durante l’anno scolastico». Lo ha detto il ministro dell’istruzione Francesco Profumo a Torino riferendosi alla traduzione dal greco di Aristotele, seconda prova dell’esame di maturità per i licei classici, al centro di numerose polemiche da parte di studenti e insegnanti. «Mentre nel passato», ha detto Profumo, a margine della presentazione di un progetto sulla sicurezza nelle scuole, «c’era molta più attività di traduzione, in questi anni questa si è un po’ vanificata. Però le scuole sono scuole e quindi bisogna che non ci si lamenti della prova. Si deve eventualmente fare una riflessione se si è fatto abbastanza durante l’anno».

Profumo invita gli studenti a non allarmarsi più del dovuto. «Bisogna prendere la prova con molta serenità. Ci sono prove un po’ più severe e prove un po’ meno severe. Nella valutazione come sempre sarà tenuto conto anche di quello che è stato il risultato medio. Se noi abbassiamo sempre i nostri livelli non credo che facciamo del bene al nostro Paese».

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