Non c’è pace per l’ospedale

DOGLIANI L’ospedale non ha pace. Questa volta si parla di un nuovo cambio nella gestione della casa di riposo, affidata alla cooperativa “Applica” a inizio anno togliendola alla Ro&Ro. A meno di sei mesi dal cambio arriva un nuovo “pollice verso”.

Dalla “Fondazione ospedale civico-Sacra Famiglia” si parla di insoddisfazione organizzativa per il lavoro svolto e si ventila un nuovo interlocutore (già contattato) con cui formalizzare il passaggio del testimone entro l’estate.
Ma i problemi legati alla vicenda sono soprattutto economici e a carico dei 24 operatori che lavorano nell’ospedale: dai leggeri ritardi nelle corresponsioni delle mensilità di febbraio e marzo si è arrivati al mancato pagamento degli stipendi di aprile e maggio, tant’è che per questi mesi è subentrata la fondazione stessa, con un impegno economico però troppo rilevante, visti anche i grossi problemi economici con cui si dibatte fin dal cambio di amministrazione.
La questione è stata seguita fin dall’inizio dalla Cisl-funzione pubblica, con la richiesta di una presa in carico del problema da parte di enti e istituzioni politiche. Nei giorni scorsi i sindacalisti della Cisl e alcuni dipendenti della casa di riposo sono stati ricevuti dall’assessore provinciale alle politiche sociali, Beppe Lauria, e successivamente si sono incontrati con la dirigenza della fondazione, ricevendo conferma dell’intenzione di sostituire “Applica” con un’altra cooperativa che dia maggiori garanzie organizzative, oltre che di liquidità, e che subentrerebbe alla prima alle stesse condizioni di inizio anno.

La Cisl punta comunque il dito sulla fondazione e sulle scelte da questa compiute a fine 2011, chiedendo garanzie per i lavoratori prima di avallare il nuovo cambiamento. Un altro incontro è in programma per il 25 giugno in Provincia, con la partecipazione dei dipendenti, della fondazione e dell’Asl Cn1, al quale promettono di partecipare anche i sindacati.

Miranda Ciravegna

LA SITUAZIONE Ancora chiusa la struttura di lusso “targata“ De Benedetti

Il panorama delle case di riposo a Dogliani è complesso e legato per lo più alle vicissitudini della “Fondazione ospedale civico-Sacra Famiglia”, ente che ha centralizzato, dal 2005, la gestione dell’omonima struttura in Castello, dell’ex ospedale e della residenza di via Savona. Ne rimangono fuori solo l’Opera San Giuseppe e la struttura di lusso (non ancora aperta) in borgata Biarella, creata da “Anni azzurri”, holding che fa capo al gruppo De Benedetti. Il “Sacra Famiglia”, storico edificio schelliniano, è stato ristrutturato dal Comune tra il 2000 e il 2002 e ha una potenzialità di 40 posti letto in residenza assistita e residenza assistita flessibile; ospita inoltre un centro diurno per disabili e un piccolo teatro. L’ex ospedale civico, dal 2007 al 2009, si è trasformato in un moderno centro assistenziale, dove si riuniscono lungodegenza (30 posti letti in residenza sanitaria assistita), ospedale di comunità, studi medici, ambulatori Asl e sedi associative. Vicinissima all’ex ospedale anche la cosiddetta “casetta gialla”, 16 posti letto per anziani autosufficienti, che il nuovo corso della fondazione è riuscito a salvare da chiusura quasi certa.

Rimane fuori da questo panorama l’Opera San Giuseppe, nota anche come “ospizio dei poveri vecchi”, nata negli anni ’50 come struttura parrocchiale per gli anziani indigenti. Ha una potenzialità di 25 posti letto per autosufficienti; la sua principale caratteristica è di poggiare sul sostegno da parte della popolazione.
La struttura di lusso costruita dal gruppo De Benedetti (80 posti letto) avrebbe dovuto essere inaugurata già un anno fa; voci ufficiose mormorano che abbia finora ricevuto poche richieste di inserimento (non stupisce pensando che si parla di rette comprese tra gli 80 e i 100 euro giornalieri).

m.c.

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