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Parcheggio sotterraneo in piazza Carlo Alberto: respinto il ricorso dell’azienda appaltatrice

Parcheggi in piazza San Paolo

La notizia è arrivata nei giorni scorsi: la Presidenza della Repubblica ha respinto il ricorso presentato dalla ditta Cipe, che si era aggiudicata l’opera per il parcheggio sotterraneo di piazza Carlo Alberto. Mettendo, di fatto, la parola fine, senza rischi di pesanti spese di penali, su una vicenda aperta dalla passata Amministrazione.

Nel 2009 la Giunta braidese allora guidata dal sindaco Camillo Scimone aveva deciso che il parcheggio sotterraneo di piazza Carlo Alberto non si sarebbe costruito. Concludendo in questo modo una querelle, iniziata nel 2006, che aveva visto sorgere un comitato “antisilo”, creato dibattiti, dato vita a sit-in e che aveva coinvolto oltre 3.500 firmatari di una petizione che diceva no a quest’opera. Infatti, all’unanimità, la Giunta aveva votato un documento nel quale si sosteneva che «tutte le soluzioni proposte, in particolar modo sotto l’aspetto finanziario, non fossero tali da ottenere il riconoscimento di pubblica utilità».

Ma erano trascorsi solo un paio di mesi quando la ditta che si era aggiudicata l’appalto era entrata in scena. Citando il Comune per danni. I suoi legali (noti avvocati di uno studio fiorentino) – su espresso incarico della Cipe, l’azienda che ha sede legale a Sorrento e uffici nella capitale – avevano richiesto il fascicolo del parking, per fare un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

Dal documento redatto dagli avvocati fiorentini emergeva la decisione della Cipe di ottenere il risarcimento in ordine all’impiego delle risorse umane e alla monetizzazione del tempo per partecipare alla gara europea che era stata bandita appositamente, alle spese di istruttoria, al pagamento dei progettisti, ma soprattutto per i mancati futuri introiti. La Giunta, di fronte a questo ricorso straordinario, aveva affidato allo studio legale torinese degli avvocati Francesco Dal Piaz e Chiara Servetti l’incarico di resistere al ricorso straordinario, a tutela delle ragioni del Comune. Spiegavano i legali: «Il ricorso sarà esaminato da una delle tre sezioni consultive del Consiglio di Stato, che emana un parere. Poi la pratica passa al Ministero competente (in questo caso dei lavori pubblici) e il Ministro emette una sentenza, che porta poi la firma del Capo della Stato». E adesso questa sentenza, che rigetta la richiesta della ditta Cipe, è finalmente arrivata.

Commenta il sindaco Bruna Sibille, da sempre contraria a quest’opera: «Finalmente si mette la parola fine, senza rischi di pesanti spese di penali, su una vicenda che si era trascinata per troppo tempo».

Valter Manzone

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