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Il maestro Uto Ughi «Diffondiamo la musica»

Ughi, uno dei più grandi violinisti italiani, sarà ospite del festival La Santità Sconosciuta che per la prima volta toccherà Alba, con il concerto di sabato 22 settembre, al Teatro sociale con Franco Battiato, vedi articolo a destra – e si esibirà sabato 13 ottobre all’Abbazia di Staffarda alle 20.45. All’interno della rassegna terrà una masterclass per giovani violinisti a Savigliano, nel teatro Milanollo.

Sono sei anni che lei collabora con la Santità Sconosciuta. Cos’è in questo progetto che la convince tanto?

«Credo molto in progetti atti a far conoscere la grande musica alle persone. In Italia questo si fa sempre di meno e quindi penso sia importante stimolare e aiutare chi s’impegna in questa direzione. Ho conosciuto l’associazione Toscanini e i fratelli Chiarlo e so che lavorano con passione e serietà per la diffusione della cultura musicale».

Italo Calvino dice che l’aggettivo classico definisce un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire. Esiste anche un concetto simile per la musica?

«Quando parliamo di musica classica, si deve considerare una disciplina profonda e complessa che, per poter essere eseguita, va studiata tutta la vita. Non si smette mai d’imparare dai grandi compositori del passato. Si tratta di un patrimonio della nostra tradizione, una ricchezza che viene troppo spesso ignorata. Tutta la musica ha diritto di esistere, ma è innegabile che la musica leggera, come dice il nome stesso, sia più facilmente eseguibile e richieda meno lavoro».

Mi parli del suo impegno come divulgatore della musica classica, che l’ha vista anche ospite di trasmissioni televisive.

«In Italia c’è un problema legato al grande valore che il nostro Paese ebbe in passato proprio grazie al suo patrimonio artistico. Ancora nel dopoguerra, l’Italia era riconosciuta a livello europeo e mondiale come il centro della musica. Abbiamo avuto grandi compositori ed esecutori: Verdi, Rossini, Donizetti, Paganini, Tartini sono solo alcune delle grandi personalità che hanno reso l’Italia celebre. Oggi abbiamo dimenticato tutto questo. La musica classica, che ci ha resi protagonisti, viene buttata via o relegata nel sottoscala. È ancora possibile appassionarsi a questo genere ma solo se vi è un progetto per sostenere e aiutare il pubblico all’ascolto. Non si tratta di un processo immediato anzi, ci vuole tempo e soprattutto si richiede un impegno concreto da parte delle istituzioni per arrestare questo lento declino».

I teatri d’opera stanno chiudendo uno dopo l’altro, il patrimonio archeologico (Pompei ad esempio) crolla. Ciò che ci ha resi grandi in passato sembra destinato a un inesorabile degrado. In questo momento è ancora possibile migliorare? Esiste una soluzione a basso costo?

«Il panorama culturale italiano in questo momento è molto triste. Questo va imputato anche alla gestione poco professionale della politica di questi nostri beni. Spesse volte non è stata curata la qualità del nostro patrimonio, ma piuttosto i singoli interessi politici. Dietro le nomine di chi guida i teatri o i poli della cultura italiana (come siti archeologici o musei) ci stanno spesso persone incompetenti per il ruolo che vanno a ricoprire. La politica dovrebbe guardare allora alla qualità della proposta culturale piuttosto che assecondare personalissimi e favoritismi. È un sintomo di degrado morale della vita pubblica, un conflitto d’interessi da pubblico e privato che dovrebbe finire al più presto possibile».

Alessandro Costa

LA RASSEGNA  “Santità Sconosciuta”, concerto sabato ad Alba Franco Battiato al Sociale

La settima edizione della Santità Sconosciuta inizierà sabato 22 settembre con un concerto di Franco Battiato al Teatro sociale di Alba (ore 21). La rassegna, che durerà fino al 31 di ottobre, avrà come titolo La spiritualità elevata a musica in viaggio fra Occidente e Oriente e sarà itinerante in tutta la provincia toccando sei luoghi della Granda (Alba, Savigliano, Saluzzo, Villafalletto, l’abbazia di Staffarda e il castello di Lagnasco).

«La Santità Sconosciuta è cominciata con una riflessione partita dall’Abbazia di Staffarda sull’enorme numero di santi di origine piemontese che nessuno conosce. Da qui siamo partiti e abbiamo creato un festival che vede incrociarsi la musica, la filosofia e la teologia per mettere sempre al centro la spiritualità in ogni suo aspetto. Con i grandi ospiti che da anni ci onorano con la loro presenza (basti pensare a Noah, al maestro Abbado e la ormai storica collaborazione con il violinista Uto Ughi) vogliamo diventare col tempo un punto di riferimento per la cultura piemontese e nazionale », spiega Ivan Chiarlo, presidente dell’associazione Arturo Toscanini.

«I temi trattati cambiano di anno in anno; nelle scorse edizioni ci siamo dedicati a grandi questioni come la pace o il monachesimo. Quest’anno cercheremo di figurare idealmente un ponte tra il Medio Oriente e la cultura occidentale, grazie all’intervento dei rappresentanti del Fez festival del Marocco, che dialogheranno con personaggi di spicco del panorama italiano come Antonio Socci: l’incontro si terrà il 14 ottobre al palazzo Taffini di Savigliano».

«La musica sarà il linguaggio comune per unire due realtà così distanti», dice Chiarlo. «Uto Ughi anche quest’anno sarà un pilastro fondamentale del programma. Il Maestro, oltre a esibirsi in concerto a Staffarda il 13 ottobre, è stato un consulente per la direzione artistica e terrà una masterclass per giovani musicisti a Savigliano». La Santità Sconosciuta vedrà altri grandi protagonisti della musica classica italiana come l’orchestra da camera Toscanini, il soprano lirico Mariella Devia, la Brass band, il pianista Giovanni Bellucci e il Duo Chiarlo.

Alessandro Costa

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