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Sito Acna: così com’è non si può utilizzare

VALLE BORMIDA Un depuratore di… troppo e uno scalo ferroviario in meno hanno fatto saltare l’investimento da 200 milioni di euro (e circa 200 posti di lavoro) che la costituenda società Agrimovil intendeva effettuare nell’ex sito Acna per produrre biocombustibile (per la precisione, bioetanolo) e realizzare impianti per l’energia rinnovabile. Il depuratore è quello da 4 milioni e 700 mila euro, realizzato per i Comuni di Cengio, Millesimo, Roccavignale e Cosseria tra il 2006 e il 2008 coi fondi destinati alla bonifica, mentre lo scalo ferroviario è quello dal quale partivano i treni di rifiuti per la Germania, smantellato da Rfi all’inizio di agosto.

Spiega il portavoce di Agrimovil Alberto Boido: «La scelta dell’ex sito Acna era dettata da esigenze strutturali, organizzative e gestionali, prima fra tutte la totale proprietà del terreno e la presenza di uno snodo ferroviario all’interno. Solo agli inizi di agosto sono venuto a conoscenza della presenza del depuratore e delle annesse tubazioni che attraversano interamente l’area A2 (quella destinata alla reindustrializzazione, nda) e, di fatto, impediscono l’insediamento della nostra attività. Inoltre, è stato smantellato il troncone ferroviario interno, prerogativa-cardine per il carico su vagone del prodotto finito».

Nei mesi scorsi il progetto era stato illustrato alle associazioni valbormidesi e all’ex commissario Stefano Leoni, presidente del Wwf, al quale era anche stata proposta la supervisione dell’iniziativa.

La società Agrimovil, precisa Boido, «avrebbe avuto sede legale e amministrativa in Italia e avrebbe rispettato il cronoprogramma previsto da tutti gli enti preposti al controllo dei lavori di ultimazione della bonifica, primo fra tutti il Ministero dell’ambiente».

Le ragioni che hanno spinto Agrimovil a farsi da parte rischiano di incidere negativamente anche sui progetti di altri eventuali investitori. Come ha detto nei giorni scorsi il sindaco Ezio Billia, pare che alla società “Cengio sviluppo”, costituita per gestire il riutilizzo del sito, siano arrivate altre manifestazioni di interesse, ma per il momento non c’è nulla di ufficiale.

Corrado Olocco

RICHIESTA: Incontro pubblico con Clini in Valle

Nel corso dell’esame del decreto legge sul risanamento ambientale di Taranto i deputati piemontesi del Pd Massimo Fiorio e Mario Lovelli hanno sollevato anche la questione dell’ex Acna, con l’approvazione in aula di un ordine del giorno (primo firmatario, l’astigiano Fiorio), nel quale si chiede al Governo di dare seguito alla pratica di risarcimento del danno ambientale che dev’essere pagato da Eni-Syndial (il 75 per cento della somma spetta alla parte piemontese della Valle).

L’onorevole Fiorio, che aveva già posto la questione in un’interrogazione urgente un anno fa, comunica che ci sono stati alcuni incontri informali tra le Regioni Piemonte e Liguria e il Ministero dell’ambiente, ma che per ora non è ancora stato definito il percorso. Stando alle dichiarazioni del ministro dell’ambiente Corrado Clini, il Governo intende chiudere il tema del risarcimento delle aree inquinate in modo singolo e non attraverso una transazione unica, come richiesto dall’Eni.

Il deputato astigiano ha chiesto e ha ottenuto che si proceda attraverso un’ampia condivisione dei progetti: «Dobbiamo assicurare la massima trasparenza e partecipazione. Per questo motivo ho chiesto al ministro Clini di partecipare a un incontro pubblico nella zona, come richiesto dai sindaci. Sono convinto che la Valle Bormida sia in grado di stabilire quali sono i progetti di rilancio su cui puntare».

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