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Addio Comunità montane

ENTI LOCALI La scorsa settimana il Consiglio regionale ha approvato la legge di riforma degli enti locali. La soglia minima di 10 mila abitanti per consentire la gestione associata dei servizi, prevista dalla normativa statale, viene abbassata a 3 mila per i Comuni di montagna e 5 mila per quelli di pianura. Si prevede inoltre la possibilità di gestire in forma associata la funzione socioassistenziale anche attraverso la forma di consorzi, che dovranno garantire una limite minimodi 40 mila abitanti di riferimento. Le Comunità montane saranno sciolte e sostituite da forme aggregative (unioni montane e convenzioni) su volontà dei Comuni aderenti. In alta Langa è stata scelta la strada della convenzione.

Il fondo regionale per la montagna sarà alimentato dalle risorse prodotte sui territori: una quota dell’Irap, una dei proventi del diritto di escavazione, dei canoni per l’utenza idrica e di quelli per l’imbottigliamento rimarranno nei Comuni montani.

Per quanto riguarda il personale, la Regione trasferirà le funzioni e gli addetti, insieme alle risorse finanziarie per sostenerli, alle nuove aggregazioni e incentiverà gli enti locali che assumeranno il personale.

L’assessore Elena Maccanti ha commentato: «Con questa legge diamo agli enti locali la possibilità di organizzare i servizi sulla base delle specifiche realtà territoriali e delle esigenze dei cittadini, rispettando la facoltà dei sindaci di scegliere con chi gestire le funzioni e in quale modo».

Critica la posizione dell’Uncem: «La legge rappresenta un’occasione mancata: rischiano di emergere frammentarietà e legami labili tra Comuni, indeterminatezza e unioni deboli. Rimangono incertezze sulla collocazione di 435 unità di personale».

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