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Beppe Fenoglio e la televisione

L’associazione Padre Giuseppe Girotti e il centro San Giuseppe di Alba invitano a un incontro incentrato sulla figura di Beppe Fenoglio, nel novantesimo anniversario della nascita e nei giorni della ricorrenza della anticipata, temporanea liberazione della città – i famosi 23 giorni tra il 10 ottobre e il 2 novembre 1944. Martedì 30 ottobre, alle 21, in San Giuseppe, lo scrittore sarà ricordato anche attraverso materiali d’archivio televisivi, provenienti dal centro di documentazione Beppe Fenoglio della fondazione Ferrero. Non ci sono purtroppo testimonianze filmate di Fenoglio, se non a livello amatoriale: in vita, la televisione lo aveva “sfiorato” in un paio di buone occasioni, senza però farne l’oggetto di un servizio culturale, come avrebbe meritato. Solo dopo la morte, nel generale rimpianto (e forse, per qualcuno, vergogna) anche la televisione cominciò a misurare l’effettiva entità della sua scomparsa dalla scena letteraria, e a dedicargli attenzione e commemorazioni in autorevoli sedi (in primis la trasmissione culturale L’approdo). Il successo postumo di Fenoglio si deve soprattutto a un titolo, Una questione privata: complice la consacrazione ricevuta da un famoso elogio di Italo Calvino, nonché per via dell’intreccio romantico che ben si prestava a richiamare un più vasto pubblico, il romanzo attirò l’attenzione di cinema e teatro. Nel giro di due anni, tra il 1965 e il 1966, si produssero un adattamento per il palcoscenico e un film: il primo fu allestito a Pontedera e ad Alba ed ebbe qualche riscontro; al secondo, completato grazie agli sforzi di una società costituita ad hoc e chiamata Langa cinematografica, toccò unasorte più difficile, anche per via di un veto censorio posto dalla Rai per una scena in cui si alludeva a violenza e sessualità (e che ci risulta, anacronisticamente, ancora pendente). Fu comunque un inizio: dopo il caso editoriale del Partigiano Johnny, nel 1968, e l’impresa filologica dell’edizione critica delle opere, non è trascorso decennio senza che il nome di Fenoglio non sia stato legato a una qualche produzione televisiva, radiofonica, cinematografica, con risultati alterni, più o meno interessanti o discutibili. Resta soltanto un mezzo, tra quelli basati sulla sceneggiatura, che ancora non ha dato un risultato – ma non tarderà a offrirlo, stante il fascino e la presa che Fenoglio sa esercitare sulle nuove generazioni: il fumetto. Illustratori si sono cimentati in un omaggio di qualche tavola; ma una sceneggiatura nessuno l’ha scritta né disegnata. A meno che non giaccia in qualche cassetto, o non sia rimasta nella penna di un autore scomparso troppo presto, come ad esempio Attilio Micheluzzi, che sarebbe stato perfetto.

In attesa di futuri albi, martedì si commenteranno filmati su di uno scrittore che faceva sul serio, mentre qualche suo concittadino lo ribattezzava, superficialmente, proprio “Beppe Fumetto”.

e.b.

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