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Fermare il declino si presenta agli albesi

«Siamo senza via di scampo? Spero proprio di no». Esordisce così Bruno Manno (foto), da sempre simpatizzante del centro-destra albese e fresco dell’adesione a Fermare il declino, «nuovomovimento promosso da esperti di economia, società e impresa come Oscar Giannino, Luigi Zingales, Michele Boldrin, Alessandro De Nicola». Fermare il declino nasce la scorsa estate dalla considerazione che la crisi finanziaria è solo un’aggravante del declino italiano, la cui colpa va addebitata a una classe politica, emersa dalla crisi del 1992-94, che ha fallito. A fine settembre, poi, il giornalista economico Giannino, conduttore di uno spazio quotidiano su Radio24, ed editorialista di Panorama, ha incontrato i sostenitori piemontesi in una serata, a Torino, che ha avuto unsuccesso debordante. «Venne prenotata la sala di un piccolo teatro», ricorda Manno, «poi gli organizzatori dovettero reperire in fretta una seconda sala e, purtroppo, altri rimasero fuori». I motivi del successo? «Un programma politico concreto e misurabile. Un manifesto di dieci punti che mette al centro l’interesse di chi lavora – o cerca di farlo – e per far diventare una priorità lo smantellamento della rete di privilegi che paralizzano il Paese», continua Manno. «I problemi odierni sono gli stessi di vent’anni fa, anzi si sono incancreniti: l’inefficienza dell’apparato pubblico e il peso delle tasse hanno stremato l’Italia». Tra i punti di Fermare il declino c’è il taglio e l’efficienza della spesa, la riduzione delle tasse su chi produce, l’abbattimento del debito anche attraverso la vendita di proprietà pubbliche. Nei primi mesi di vita ha raccolto, con il passaparola, oltre 30.000 adesioni e sta iniziando a organizzarsi a livello locale, rivolgendosi soprattuto a chi esprime disagio e chiede un cambiamento.

g.s.

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