I tesori di fratel VINCENZO

Vent’anni or sono è iniziata la collaborazione degli albesi con il camilliano fratel Vincenzo Luise. Accanto alle tradizionali malattie endemiche del Sud Sahel – lebbra, Tbc, malaria e altre – era esplosa da qualche anno l’Aids, che mieteva migliaia di vittime tra la popolazione del Burkina Faso. In un viaggio in quelle terre per portare aiuti raccolti da Famiglia cristiana su raccomandazione di papa Giovanni Paolo II, incontrai fratel Vincenzo che mi fece vedere i suoi “tesori” – 800 lebbrosi e familiari, 450 donne abbandonate raccolte nei villaggi e per strada, malati mentali – e quanto faceva a favore della popolazione burkinabè.

L’ospedale Nostra Signora di Fatima Fratel Vincenzo lanciò allora l’appello per la costruzione di un ospedale per la cura di questa popolazione colpita dall’Aids. Ad Alba – e non solo – non si è rimasti con lemani in mano. Con l’aiuto dell’Avis di tutta la provincia di Cuneo è stato costruito e pagato uno degli otto padiglioni e sono stati inviati una pompa per l’acqua, un generatore di corrente, pannell i solari e quant’altro era necessario. È nata così una catena di solidarietà che permette anche oggi al religioso camilliano di a i u t a r e più di mille persone «abbandonate dagli uomini ma non da Dio», come dice fratel Vincenzo.

Ad Alba per ringraziare chi lo ha aiutato Fratel Vincenzo è ormai vicino agli 80 anni, pieno di acciacchi. Ogni volta che ritorna in Italia non manca di venire ad Alba per ringraziare i benefattori che continuano ad aiutarlo. Così ha fatto ancora una volta mercoledì 26 settembre, quando ha incontrato i suoi numerosi benefattori nella cappella di Famiglia cristiana in via Liberazione.

Un trattore per Prisca già inviato Gli amici di fratel Vincenzo negli anni hanno ampliato il loro impegno, provvedendo anche all’invio di un trattore a Kalongo, in Uganda, nel centro Santa Bakhita dei padri Comboniani, curato da Cesare Forni e da Prisca Ojok Auma, animatrice della rinascita della zona del Nord Uganda dov’è nata, una terra travagliata da 23 anni di guerriglia spietata, un male che ha mietuto con atrocità inenarrabili 30 mila ragazzi e ragazze.

Un centro per la cura degli occhi Da oltre due anni è infine giunta ad Alba la richiesta di collaborare anche alla costruzione di un centro ottico-oftalmico nella diocesi di Ouahigouya, nel Burkina Faso, dov’è vescovo padre Justin Kientega. Con la raccolta delle piccole offerte nei salvadanai posti in 130 esercizi commerciali albesi abbiamo inviato 32 mila euro e a giorni, ci ha assicurato mons. Kientega, inizieranno i lavori. Nella zona i ciechi sono numerosi anche a causa di trattamenti traumatizzanti di “guaritori” tradizionali e alle condizioni ambientali (vento e sabbia). Fratel Vincenzo e i suoi poveri sono al primo posto nei cuori del gruppo cuneese. I benefattori convenuti ad Alba nei giorni scorsi hanno ringraziato per la possibilità loro fornita: fareunpo’ di bene. Piccole gocce d’acqua nell’oceano, «ma anche l’oceano sarebbe più povero senza queste gocce», comedicevamadre Teresa di Calcutta. L’8 ottobre fratel Vincenzo è tornato ad Ouagadougou, tra i suoi protetti, portando gli aiuti raccolti tra Alba e Savigliano. «Perché», ripete, «voglio vivere per i miei poveri e morire tra di loro, quando il Signore lo vorrà».

Severino Marcato

Banner Gazzetta d'Alba