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La gioia di comunicare la fede

Sabato 20 ottobre 2012, Veglia missionaria in cattedrale presieduta dal vescovo Giacomo Lanzetti

Perché un incontro di preghiera di tutte le comunità parrocchiali e religiose della Diocesi in occasione della Giornata missionaria mondiale?

Un buon motivo è scoprire gli elementi chiave della missione dei discepoli di Gesù. Un punto di partenza è la spiritualità dell’accoglienza, già presente in tutta la Bibbia, fin da Abramo e in molti altri popoli. Noi quando accogliamo qualcuno in casa, accogliamo sempre Dio nella nostra vita, anche quando non ne abbiamo la percezione.

Un giovane prete della nostra Diocesi, qualche tempo fa, mi disse che il cuore della missione era Betania (dove abitavano Lazzaro, Marta e Maria). Rimasi un po’ perplesso, ma mi lasciai interrogare e iniziai una ricerca un po’ più approfondita, sempre con i miei limiti, che mi ha portato a qualche riflessione che vi propongo per la Veglia missionaria.

Leggendo più volte questo testo (Luca 10, 38-42; se avete la bontà e il tempo di leggere questo testo, capirete meglio il resto) mi sono trovato di fronte a una lezione di vita secondo lo stile dei maestri del tempo. Dopo la splendida parabola del samaritano che serve l’uomo ferito, il Vangelo di Luca presenta Marta di Betania, che ora serve lo stesso Signore. Emerge una prima novità: l’ospitalità verso Gesù e i suoi compagni è di una donna. Che stupore nel vedere che Gesù “in quel tempo” accetta delle discepole! Succede ancora qualche volta che, accolti in casa di amici, come ospiti, la moglie non siede a tavola con il marito e gli ospiti, ma serve gli altri e mangia un po’ dopo. La missione di Gesù si evidenzia lasciandosi accogliere e difendendo la libertà e l’eguaglianza delle donne. Il ruolo tradizionale della donna come “casalinga” non è più unico. Gesù lo dichiara un ruolo secondario. Marta perché ti preoccupi del cibo? “Ne basta poco”. Maria, la sorella di Marta si è scelta la parte migliore. Ma qual è l’unica cosa necessaria?

In questa breve storia l’evangelista Luca cita il titolo di “Signore”, e chiamare Gesù “Signore” era un modo sovversivo di affermare che un carpentiere ebreo crocifisso fosse il riferimento del Regno di Dio nel mondo (il Vangelo di Luca è scritto negli anni ’80 dopo Cristo). Forse non si riferisce alla situazione delle piccole comunità cristiane che avevano donne come Marta diaconesse, serve delle mense dei poveri e Maria al servizio della Parola? Un po’ come avviene nelle giovani chiese sparse nel mondo e anche da noi, vecchio Occidente.

Un libro intitolato “Il cammino che ci trasforma” di G. Kowalski, sostiene questa tesi: queste donne simboleggiano le chiese. Marta la chiesa domestica, il cui compito principale è accogliere, risolvere i problemi e i conflitti interni, garantire l’unità tra le varie comunità e certo anche presiedere alle riunioni di preghiera. Maria sarebbe il simbolo delle chiese missionarie, come i profeti che, dopo aver ascoltata e meditata la Parola, la annunciano al mondo. Due modelli di vita, quella attiva e contemplativa, che diventano missione.

Ringrazio quel giovane prete e quel gran numero di missionari e missionarie, i nostri Fidei Donum che ancora oggi scuotono il nostro torpore di cristiani per rimetterci in cammino e lasciarci scaldare il cuore come i discepoli di Emmaus. Prima di partire dobbiamo coltivare l’ospitalità nelle nostre case, dedicando il nostro tempo e la nostra capacità di dialogo per avere il coraggio di affratellarci con il povero, quello di Nazaret, e con quelli che, come noi, stanno brancolando nel buio, senza amore, senza lavoro, senza rispetto, senza Chiesa, senza una politica dignitosa e senza una casa da abitare per avere qualcuno da accogliere.

L’evangelizzazione parte sempre da un’esperienza umana per dire la fede in Gesù Cristo Signore. Per la Chiesa non è abdicare alle sue verità, ma solo renderle più comprensibili.

Questa bellezza della ricerca e del lasciarci coinvolgere dalla vita della gente, vogliamo celebrare nella Veglia missionaria del 20 ottobre, presieduta dal Vescovo in cattedrale alle 21, con testimonianze giovani, fresche e vissute. Un gruppo di giovani albesi ci diranno della loro esperienza estiva a Scampia, altri, scout, del loro vogare nel fiume in Brasile alla scoperta di foreste e popolazioni i cui territori sono devastati, altri da Marsabit a dirci della dignità delle popolazioni di don Tablino, e infine la forza di un missionario in Argentina, Nicaragua e Colombia, padre Gianfranco Testa della Consolata, che ha subìto carcere e torture per amore della gente privata dei diritti e della dignità, per il Vangelo di Gesù Cristo.

Sosterremo anche economicamente le chiese più giovani, più povere e perseguitate. Se credi, vieni a pregare, e se non credi, vieni a dirci che anche tu cammini per questa strada di dignità, di eguaglianza e di impegno per una Chiesa conciliare e un mondo nuovo possibile.

Don Gino Chiesa, direttore Ufficio missionario

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