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La rivoluzione non è di casa a Baldissero

L’Amministrazione baldisserese con, al centro, vicino al sindaco Cinzia Gotta, l’assessore Vittorio Sgarbi.

Avrebbero dovuto essere gli “Stati generali della cultura piemontese”, ma mercoledì 26 settembre le adesioni sono state minime. Dei 1.206 Comuni invitati dall’assessore baldisserese alla rivoluzione (culturale) Vittorio Sgarbi, solo 25 hanno risposto. Grandi assenti l’assessore regionale alla cultura Michele Coppola e i rappresentanti delle “sette sorelle” della Granda, in primis Alba e Bra. Del Roero hanno partecipato solo Sommariva del Bosco e Sanfrè. Altri 13 sono giunti dalla Provincia di Cuneo, rappresentata dall’assessore Licia Viscusi.

L’Amministrazione baldisserese con, al centro, vicino al sindaco Cinzia Gotta, l’assessore Vittorio Sgarbi.

Nonostante il parterre ridotto, Sgarbi non demorde: «Entro l’anno torneremo a riunirci. In questo primo incontro sono emerse idee interessanti che svilupperemo». Fervente il sostegno del sindaco Cinzia Gotta: «Siamo qui per aprire la strada ai valori della cultura, coordinare le iniziative e promuovere il sistema turistico».

Elencando gli esempi di città, come Torino, che richiamano turisti grazie agli eventi artistici, Sgarbi ha avvertito: «Occorre però una programmazione e una valorizzazione condivisa delle unicità, che tali devono rimanere ». E per chiarire il concetto, l’Assessore è ricorso a un paragone gastronomico-sociale: i presìdi Slow Food lanciati da Carlo Petrini “profeta” delle diversità, «la vera ricchezza del nostro Paese».

Altro ostacolo da superare, per l’Assessore baldisserese, è la poca efficacia dell’informazione. «Se nella sede della Banca d’Alba è esposto un Tiziano», ha chiosato Vittorio Sgarbi, «e quasi nessuno lo sa, qualcosa non funziona. A Firenze attirerebbe migliaia di visitatori. Serve dare alla cultura la capacità di essere attraente. La rivoluzione comincia anche da questo ». In sala era evidente la voglia di partecipare e definire prospettive concrete. Tra le più apprezzate quella di creare una lista dei beni culturali che ogni Comune vorrebbe valorizzare e quella di dar vita a un’esposizione «allargata » di opere d’arte del Piemonte.

Ma, a fianco ai suggerimenti validi, non sono mancate le tesi complottiste (le defezioni sarebbero dovute a una «regia occulta che avrebbe “manovrato” dietro le quinte per affossare il progetto ») e le proposte di fin troppo facile consenso («Occorre aprire le chiese, mettere in rete per due giorni una parte spesso dimenticata del ricco patrimonio ecclesiastico » e «Occorre un ufficio che coordini le iniziative »).

L’incontro con gli assessori sabaudi è stato anche il tema intorno al quale il Consiglio comunale, la sera stessa, si è confrontato dopo le molte polemiche che da quest’estate hanno accompagnato l’insediamento del nuovo Assessore. Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti sulla scarsa partecipazione ed evidenziato carenze organizzative. Per Marco Scuderi «qualcosa non ha funzionato se anche la presenza dei Comuni vicini è stata così bassa ». Gli ha fatto eco Luigi Maletto, per il quale «occorre rivedere pianificazione e strategie ». Pronta la soluzione di Sgarbi, anche se, di fatto, ha escluso Baldissero dal ruolo di centro ospitante: «I prossimi incontri li faremo nel fine settimana, in luoghi più facilmente raggiungibili, sono certo con buoni risultati». Polemiche dunque finite? «C’è stato del malcontento», hanno ammesso Scuderi e Maletto. «Nella maggioranza due consiglieri si sono dimessi, contestando non la persona ma il metodo (esautorare un rappresentante eletto dai cittadini a favore di un, pur autorevole, assessore esterno) e l’atteggiamento impositivo del Sindaco. Speriamo che Sgarbi e le iniziative da lui promosse rappresentino valori aggiunti, senza costi a carico del paese, e che questa maggioranza realizzi quanto promesso, nei sei mesi di tempo che si è data».

fu.lo. e v.p.

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