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Lavoro precario, +23 per cento

A CUNEO Parliamo con Franco Chittolina, responsabile del Centro studi fondazione Cassa di risparmio di Cuneo. Come vede la situazione cuneese, Chittolina? «Siamo ancora lontani dal superamento della crisi economica e finanziaria e delle sue conseguenze occupazionali e sociali. Le famiglie devono fare i conti con una forte contrazione del potere d’acquisto (il reddito disponibile è sceso al livello di dieci anni fa), che si manifesta anche nella riduzione dei consumi e nel peggioramento del clima di fiducia. Sulla situazione di disagio in cui si trovano molte famiglie pesano le difficili condizioni lavorative: nel 2012 sono ancora calate le nuove assunzioni (-1,4 per cento nel confronto tra il 2011 e il 2012 a livello provinciale), mentre si è diffuso l’utilizzo di forme di contratto intermittente (+23 per cento tra un anno e l’altro) o precario. A risentirne sono i giovani, ma anche tra gli adulti aumenta la disoccupazione di lunga durata o l’inattività involontaria, elementi che rischiano di trascinare persone e famiglie – colpite dall’improvvisa perdita del lavoro o dallo stato di cassa integrazione e mobilità – in condizioni di vera e propria deprivazione sociale».

Alba non può più essere un’isola?

«Sebbene la nostra provincia, e in particolare l’albese, siano stati considerati per lungo tempo “immuni” dalla crisi, i dati confermano la gravità della fase recessiva iniziata a fine 2011 e che,come ci dicono tutte le analisi previsionali, perdurerà nei prossimi mesi. Il Centro studi della fondazione Crc ha avviato, fin dall’esplosione della crisi a fine 2008, un costante monitoraggio della situazione».

Cos’ha fatto nel concreto la Fondazione?

«Anche quest’anno verranno replicati i progetti nel nuovo Piano crisi 2012, dello stesso importo dell’anno precedente – cui si aggiungono 500 mila euro stanziati per sostenere un progetto di facilitazione di accesso al credito Confidi –, per un totale di 2,2 milioni di euro. Qualche dato esemplificativo: ad Alba, nell’ambito del progetto EmergenzaCasa – anche grazie alla collaborazione con il Comune, il Consorzio e la Caritas – è stato possibile supportare circa 50 famiglie in difficoltà abitativa, con un investimento di circa 70 mila euro, prevenendo possibili situazioni di sfratto. Con il progetto Fiducia sono stati erogati, solo sul territorio albese, 68 prestiti ad altrettanti nuclei familiari, per finanziamenti pari a 125 mila euro».

Una situazione difficile, a giudicare dai numeri. Che cosa non ha funzionato dal punto di vista psicologico, sociologico ed emotivo?

«Forse il clima “depressivo”, provocato in parte da un colpevole occultamento della crisi fino a non molto tempo fa. Tuttavia, il territorio rimane ricco di risorse umane eimprenditoriali, sostenuto da un tessuto di solidarietà. La velocità del risanamento dipenderà molto dagli investimenti in ricerca e innovazione e dalla cooperazione con i soggetti del territorio: due linee di intervento che ci vedono in ritardo e che richiedono tempo per risultati concreti».

m.v.

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