Pagamenti: novità in vista

UVA E VINO Da anni, i produttori agricoli e vitivinicoli lamentano ritardi nei pagamenti dei loro prodotti da parte delle categorie più svariate (enotecari, ristoratori, importatori, grandi magazzini). Una cattiva abitudine, si diceva, che caratterizzava soprattutto l’Italia.

Pochi mesi fa, la sorpresa: il Parlamento ha varato la legge n. 27 del 24 marzo 2012, che all’articolo 62 conteneva alcune norme per il pagamento in tempi certi proprio dei prodotti agricoli. Una norma che si applicherà dal 24 ottobre e obbligherà da un lato a contratti in forma scritta e, dall’altro, a rispettare tempi certi nei pagamenti delle merci agricole, 30 giorni per quelle deperibili (come l’uva) e 60 per le altre (come il vino, sia sfuso che in bottiglia). Novità importanti, che dovrebbero dare soddisfazione al mondo agricolo, ma nella realtà, regnano confusione e sconcerto.

Per capire cosa sta capitando abbiamo incontrato Gian Luigi Biestro, direttore della Vignaioli piemontesi, la più importante associazione di produttori vitivinicoli italiana, e per prima cosa gli abbiamo chiesto come venga fuori questo provvedimento. «La norma ha una radice europea – ha esordito Biestro – e noi italiani, ancora una volta, siamo tra gli ultimi a recepirla. La direttiva 7/2011 fornisce orientamenti in questamateria per dare più equilibrio ai rapporti tra i colossi della distribuzione e i protagonisti del mondo agricolo, spesso di dimensioni più piccole».

Le disposizioni europee sono più blande di quelle italiane e danno la possibilità, ad esempio, del pagamento a rate.Comemai questa differenza?

«Il nostro legislatore ha affrontato il problema con maggior rigore perché la situazione italiana è più ingarbugliata. Aveva il timore che, concedendo qualche tolleranza, poco sarebbe cambiato a favore del mondo agricolo».

E allora, come mai tutte queste titubanze proprio nel mondo agricolo e vitivinicolo?

«Prima di tutto, c’è l’incertezza della novità. Spesso i produttori hanno lamentato ritardi e difficoltà nell’ottenere i pagamenti, ma di fronte a nuovi meccanismi che regoleranno i rapporti tra chi vende e chi acquista sono insorti molti dubbi, anche se le nuove regole porteranno maggiori certezze del diritto. La legge stabilisce tempi certi di pagamento per le loro vendite, ma l’insicurezza deriva dal fatto che i produttori dovranno alla scadenza dei tempi far valere i loro diritti mettendo in atto tutte le manovre necessarie. E, poi, ci sono le sanzioni, anche salate, non solo per chi non paga, ma anche per chi non farà valere concretamente i propri diritti». A pochi giorni dall’entrata in vigore della norma, il decreto attuativo non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Sappiamo di forti pressioni da parte delle categorie per un rinvio della norma. «Tutto vero – conferma Biestro – ma difficilmente ci sarà una proroga. Questo è un governo di tecnici, non di politici, che tira dritto per la propria strada. Speriamo almeno che nei primi tempi la norma sia applicata con tolleranza».

Quali saranno nel concreto le conseguenze di questa stretta nei pagamenti?

«Semplice. Gli ordinativi saranno più contenuti e calibrati alle reali necessità dei clienti. E questo capiterà nei rapporti con la grande distribuzione e in quelli con gli operatori Horeca (ristoranti, negozi, enoteche). Nei rapporti di mercato saranno sempre importanti il servizio e la logistica e siamo consapevoli che, a ogni livello, le strutture agricole saranno sempre di più la cantina o il magazzino per gli operatori della distribuzione».

Questo, logicamente, influirà sui costi e sulla necessità di nuovi capitali per far fronte alle reali esigenze economiche del settore nei rapporti con la distribuzione.

«Certo. Sarà essenziale il ruolo delle banche, che dovranno dimostrare davvero di lavorare a favore del territorio e dei loro operatori. Se nei mesi scorsi hanno avuto dalla Banca centrale europea soldi a tassi vantaggiosissimi, ora hanno l’occasione per ricambiare il gesto di generosità della collettività aiutando il settore agricolo a sostenere le nuove sfide del mercato».

Giancarlo Montaldo

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