Alba ci rimette il diretto

REPORTAGE La percezione è di esclusività, di privilegio. Salire sul treno diretto da Alba a Torino Porta nuova, quello delle 6.55, che in un’ora esatta approda a destinazione, restituisce l’impressione di funzionalità, di abitare un Paese in cui i luoghi comunicano tra loro e la quotidianità è agevolata da una “mano accudente”: quella dello Stato. Dovrebbe essere la normalità, invece è l’eccezione.

«Anche se durante le fermate intermedie la carrozza s’infoltisce di presenze e alla fine del viaggio almeno il 50 per cento dei pendolari rimane in piedi e aggrappato alle sbarre metalliche, la sensazione è di essere in uno spazio dove le cose vanno per il verso giusto», ci racconta Renato P., sessantenne pensionato che ogni tanto da Alba raggiunge Torino «a scopi turistici e di divagazione».

Per lavoratori e studenti raggiungere Torino in sessanta minuti consente un risparmio di tempi. Perciò Alice, giovane albese e studentessa universitaria di 23 anni, ha reagito alla notizia della soppressione del diretto Alba-Torino con arresa amarezza: «Ci sono avvenimenti i quali ti fanno capire che le cose andranno sempre peggio. I politici usano parole depistanti per raccontare la realtà: la verità è che, se anche l’unico servizio di trasporto funzionante viene sacrificato per risparmiare, ci hanno abbandonato. Tanto meglio: saremo costretti a renderci indipendenti. Ho pensato a una soluzione: metterò assieme un gruppo di amici e in macchina andremo a Torino quando vorremo. Spendendo meno, facendo più in fretta».

L’assessore ai trasporti del Piemonte, Barbara Bonino, promette interventi: «Dal 9 dicembre si configurerà una macrorivoluzione dei servizi ferroviari, con l’inaugurazione della metropolitana da Bra a Torino». Eppure, la credibilità delle dichiarazioni ufficiali sembra rimbalzare contro la scorza di diffidenza issata dalle “vittime”.

Tra il gruppo di albesi che abbiamo intervistato, spicca l’idea di Roberto, un grafico di 27 anni che lavora ad Alba. Roberto non è pendolare, ma giudica con sociologica disillusione la notizia della soppressione: «Isolerà ancora di più Alba da Torino. Assistiamo a uno sfaldamento dei territori. Se le città fossero persone, allora potremmo immaginare un futuro fatto di individui separati, arroccati su se stessi, ciascuno con una propria identità. Tagliare i legami comunicativi tra città è come recidere le vene di un organismo per salvarlo dal dissanguamento».

Matteo Viberti

Torino-Alba: il treno che non c’è più

Cambiamenti in vista per i pendolari che ogni giorno oscillano tra Alba e Torino. Le infrastrutture del Paese sono in rapida trasformazione, prime vittime delle operazioni di razionalizzazione dei costi volute dal Governo: sottraendo chilometri di tracciato per rimpolpare il portafoglio, diventa sempre più difficile attraversare gli spazi. Parliamo con Giovanni Bosticco, assessore alla viabilità albese, per capire che cosa stia accadendo.

Quali le novità sul fronte ferroviario, Bosticco?

«I treni diretti da Alba verso Torino e viceversa verranno, secondo l’intenzione della Regione, soppressi. Parliamo del convoglio che parte da Alba alle 6.55 e arriva a Torino Porta nuova alle 8. E, poi, di quello che da Torino Porta nuova parte alle 18.45 e arriva ad Alba alle 20 circa».

Perché la Regione ha optato per la soppressione?

«Un’inchiesta del pm Raffaele Guariniello e un’ordinanza del Comune di Torino d’inizio 2011 impediscono ai convogli trainati da locomotori diesel di circolare – per ragioni di sicurezza e inquinamento – nei sottopassaggi e in altre aree critiche. Nella pratica, i treni diretti che partono da Alba (stazione priva di elettrificazione) non potranno superare la stazione di Porta Susa, dunque non potranno raggiungere Porta nuova. Inoltre, il provvedimento regionale è finalizzato a razionalizzare i costi di gestione della rete ferroviaria in genere».

Che cosa sarà di tutti i pendolari che, ogni giorno, devono raggiungere Torino a fini di studio o di lavoro?

«È possibile che il numero di corse verso Bra – la stazione in cui si può effettuare il cambio per poi raggiungere direttamente Torino – incrementi di almeno dieci viaggi al giorno. Masi tratta di un’ipotesi. Per ora sostiamo nell’incertezza, attendiamo decisioni da parte della Regione. Ho sollecitato personalmente un incontro con i vertici politici, che presumibilmente si terrà proprio nei prossimi giorni ad Alba».

m.v.

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